Non è facile capire la metamorfosi che sta avvenendo nella società cubana, malgrado il mio reportage ancora in corso da cui sono stati già ricavati articoli e storie pubblicati da Articolo 21, il Fatto Quotidiano e il mensile Millennium. Questo perché a un osservatore superficiale tutto appare immutabile quaggiù: le file senza speranza dei reietti, e le crapule degli altri, turisti a parte che rappresentano sempre il motore dell’economia dell’isola che poco altro produce.
Tuttavia, pur sottotraccia, tale metamorfosi è inarrestabile, favorita dai cambiamenti che hanno allentato l’embargo perenne.
Tali cambiamenti, non hanno però favorito chi realmente ne aveva bisogno, contribuendo invece ad allargare oltremodo la forbice sociale.
In galera per una bistecca
Sono state in pratica dimezzate le quote di alimenti essenziali al mantenimento nutrizionale, inseriti nella Canasta básica che fa parte della libreta de abastecimiento, il quaderno dove mensilmente sono registrati i generi alimentari che spettano a ogni nucleo familiare. Lo stato un tempo permetteva di acquistare a prezzi calmierati razioni di riso, fagioli, latte, pollo, tonno, caffè, Es: 3 kg di latte in polvere, 4,5 di pollo ect.
Ora tutto è stato decurtato; il pollo, depennato dalla lista, dopo vari tira e molla è stato ripristinato a razioni ridotte: ½ kg a testa per gli adulti, uno per i bambini.
Un tubo di picadillo (carne macinata) 400 gr, solo per donne incinte, bambini fino a 14 anni, e malati in dieta.
E questo vale più che altro nella capitale La Habana, dove comunque la situazione alimentare è meno grave, anche perché le tiendas particular (i negozi a conduzione privata) dispongono ancora di merce da vendere, anche se a costi spesso proibitivi per il salario medio, che si aggira intorno ai 6.000 pesos (Cup) circa 30 dollari al mese. Tuttavia questo cambio subisce peggioramenti continui a causa di una svalutazione irrefrenabile della moneta nazionale.
Basti pensare che a maggio il cambio USD-CUP era 1/130, e 150 con l’euro; al momento che scrivo, le valute estere sono cambiate a una media di 230 Cup, con una perdita del peso che si aggira intorno all’80% in soli 4 mesi.
Nel Sud, l’Oriente cubano, pollo e uova sono spesso mancanti nella libreta e la carne è pressoché introvabile anche nei mercati privati, tranne che alla Borsa Nera dove non solo è illegale venderla, ma anche comprarla.E le pene per i trasgressori sono pesanti.
Ci sono stati casi di donne arrestate solo per aver comprato alcuni kg. di carne de res (bovina) e sbattute in galera “preventivamente” per 90 giorni accusate ingiustamente di averla venduta, senza poter contare su una difesa valida al processo, dove il giudice ha assecondato le bugie della polizia. Rischiano pene detentive più lunghe, e se va loro bene, una multa salata ma intanto tre mesi dentro se li sono già fatti.
E i prezzi degli altri alimenti al mercato nero? Un pacchetto di pollo da 10 libbre (4,5 kg.) costa al cubano mezzo stipendio, circa 3.000 Cup.
2000-2500 per 30 uova.
Eppure la merce arriva a Cuba, soprattutto nella capitale dove le spedizioni marittime dall’Europa, da Panama e dagli Stati Uniti stessi malgrado l’embargo, vengono immagazzinate nella zona industriale di Berroa dall’agenzia governativa CubaPack, mentre per lo smistamento degli arrivi aerei provvede, direttamente dal cargo dell’aeroporto José Marti, l’altra agenzia cubana, AeroVaradero.
E gli spedizionieri di Miami quali Cuballama fanno man bassa, potendo usufruire del pretesto degli aiuti umanitari che aggira l’embargo in virtù del Support For The Cuban People, la legge statunitense che consente il turismo privato e il trasporto merci per scopo umanitario.
Fondamentale è il contributo di Amazon, che è inserita nella pagina web di Cuballama e in tante altre e-commerce nella funzione ricerca e acquisti. Dopo che l’acquirente ha comprato la merce dalla multinazionale di Jeff Bezos, contatta la logistica dell’agenzia e una volta pagato il trasporto, i beni arrivano ai magazzini statunitensi della stessa, o a una di Panama. E con Amazon arriva di tutto, dalla carne ai pacchi alimentari, agli elettrodomestici, materiale per aseo (igiene personale e detergenti per la casa) vestiti, scarpe, profumi, di tutto e di più. A prezzi stellari per molti generi: un pacco alimentare completo può arrivare fino a 165 dollari. Un kg di carne bovina congelata dai 35 ai 40 dollari. Per cui el cubano de a pie, il poveraccio della libreta e dei 30 USD di stipendio mensile, è ovviamente tagliato fuori da questo ben di Dio, ammenochè abbia amici o amanti all’estero che si trasformino in donatori occasionali.
L’escamotage degli aiuti in realtà favorisce i cubani dell’élite che fa business nell’isola attraverso i ristoranti soprattutto, ai quali non manca mai cibo di qualità, soprattutto carne e pesce, gli status symbol per eccellenza del cubano medio, per i costi alti, e per le restrizioni governative che hanno proibito per decenni la pesca ai privati, e tuttora mantengono il monopolio statale sulla macellazione e vendita di carni bovine locali. I ristoranti più rinomati della capitale, molti di proprietà di cubani residenti a Miami, possono contare non solo sui turisti e sulla clientela benestante locale, ma anche sulla distribuzione nell’isola dei pacchi alimentari che ricevono da Cuballama.
El Tablazo, uno dei più famosi al quartiere residenziale Vedado, è anche il più attivo in questa variante del business culinario.
Ma il “supporto per il popolo cubano” favorisce anche i bed& breakfast, le Casas de Renta come le chiamano qui: il colosso americano Airbnb è già ben radicato nella capitale, con vari appartamenti distribuiti nelle zone giuste, soprattutto al Vedado.
Altro che Bloqueo, come i cubani chiamano l’embargo!
E lungo le strade dell’Avana, scorrazzano in lungo e largo i nuovi riders (anche qui!) che consegnano i pacchi Amazon a bordo di moto scassate, remunerati con 400 pesos a consegna (meno di due dollari).
Messico e braciole
La roba al cubano che può non arriva solo dalle agenzie di Miami o di Panama: le aperture al privatismo autorizzate dal presidente Diaz Canel hanno creato una rete di piccoli grossisti che poi si sono riuniti in Mipymes, oggi il distributore di generi alimentari più importante dell’isola.
E non solo: tre anni fa, un imprenditore di Città del Messico, Luis Alberto Hernandez, ha inaugurato nella ZED (Zona Especial de Desarrollo) di Mariel a un’ora dall’Avana, Rich Meat, una fabbrica di carni che lavora sia materia prima locale che importata.
Ho intervistato la rappresentante che mi ha confermato quanto segue: i tagli di prima scelta – bistecche, filetto, braciole di maiale – vengono distribuiti alla catena dei ristoratori che pagano direttamente con bonifico a Città del Messico, dopo essersi registrati con CONSUMIMPORT, l’agenzia governativa che si occupa dell’import-export.
Nella fattura del cliente compare una trattenuta dell’1,5% dal totale dell’ordine che è la percentuale che spetta allo Stato cubano. Al governo vengono anche consegnate periodicamente donazioni di picadillos, tubi di carne molida (tritata) ricavata dagli scarti di lavorazione, che vengono poi venduti ai negozi privati o destinati alla libreta per donne gravide, malati e bambini, in quantità limitata.
E il business va alla grande: camion refrigerati di stazza mai vista prima a Cuba, fanno avanti indietro tra la fabbrica e la capitale, assicurando consegne giornaliere.
Per il popolo sì, ma certamente non per quello reietto delle file interminabili. Video: https://youtu.be/lutWaI3iqYw
Presunzione di colpevolezza
Nel 2019 sono state approvate dal referendum popolare varie riforme sia sui diritti civili della comunità gay, sia a livello giuridico, in particolare sull’introduzione della presunzione d’innocenza. Esaminiamo I dettagli attraverso uno studio pubblicato quattro anni fa: “Soffermandosi su quest’ultimo aspetto, l’art.149 della Costituzione conferma il principio elettivo dei magistrati e, in particolare, dispone che i giudici dei tribunali supremi siano eletti dall’Assemblea nazionale o dal Consiglio di Stato. Nonostante un timido riferimento all’indipendenza funzionale dei tribunali (art. 148), la derivazione dei giudici dalla scelta degli organi di governo rischia di svuotare di significato le numerose prescrizioni a garanzia dei diritti dei singoli.
E così, dunque, il diritto al giusto processo (art. 94), come la
presunzione di innocenza (art. 95) come il principio del giudice naturale (art. 95 g) sono importanti riconoscimenti privi però di garanzie concrete. La valutazione non cambia nemmeno di fronte al riconoscimento dell’habeas corpus (art. 96), che è stato salutato come una grande innovazione della Costituzione del 2019. In mancanza di una separazione tra i poteri, infatti, la riserva di giurisdizione contenuta nella disposizione in questione è sostanzialmente priva di effetti. Simili conclusioni valgono anche per la previsione, introdotta dall’art. 95,
lett. b, del diritto ad essere difesi da un avvocato. L’ordinamento cubano,
infatti, prevede che gli avvocati debbano necessariamente appartenere ad un Ordine istituito dalle autorità.
Molte organizzazioni internazionali, a cominciare da Amnesty International, hanno segnalato la dipendenza dell’Ordine dal Governo ed il conseguente rischio di un esercizio non imparziale della difesa dei cittadini in giudizio. Passando alle previsioni sostanziali, la nuova Costituzione conferma l’impostazione tipicamente socialista, che vede un catalogo dei diritti molto ampio, comprendente sia diritti di libertà, sia diritti sociali. L’effettività di quasi tutte le previsioni costituzionali è rinviata all’attuazione legislativa” (ovverosia alle decisioni irrevocabili prese dal PCC, Partido Comunista Cubano, tuttora partito unico. NdA)
“Il nuovo ordinamento disegnato dalla Costituzione del 2019 è dunque ancora improntato ad un forte positivismo giuridico, nel senso che le previsioni costituzionali non hanno una reale applicazione se non nei limiti in cui sono attuate e sviluppate dalle leggi.”
https://drive.google.com/file/d/16Mcqs4b9h7i5BVuBqfWIkB-gBkZU-jj7/view?usp=drivesdk
La mancanza di un Tribunale costituzionale e il dominio del Partito comunista sugli organi costituzionali (a cominciare dall’Assemblea nazionale), impediscono di leggere la nuova Costituzione secondo i canoni del costituzionalismo liberale.
E gli effetti si vedono, sui processi ai dissidenti, ma soprattutto sulla gente comune, come nel caso delle persone arrestate, colpevoli solo di aver comprato un po’ di carne, bene di lusso a loro interdetto.
(testi e foto © Flavio Bacchetta)