Oggi è la giornata del migrante. Gli odiatori non hanno trovato di meglio che ricoprire di insulti Francesco per le sue parole a Marsiglia dove ha ricordato la necessità di accogliere, ha rifiutato la parola invasione, ha ricordato la dignità che appartiene ad ogni essere umano.
Cosa avrebbe dovuto dire il Papa? Scomunicare chi scappa da guerre, fame, torture?
Benedire i fili spinati alle frontiere o il pizzo di stato che lega Libia, Polonia e Italia?
Dimenticare che chi scappa da guerre e fame ha già pagato non un pizzo, ma una colossale patrimoniale agli sfruttatori, ai dittatori finanziati dall’Occidente, ai trafficanti d’armi vendute a “casa loro” dai mercanti di morte di “casa nostra”
Cosa non si farebbe pur di scappare dalla realtà del tragico fallimento di politiche governative fondate sugli spot, sulle minacce, sulla incapacità di creare un fronte unitario in Europa.
Del resto se vai ad abbracciare Orban, difficilmente potrai contare sull’aiuto di Germania, Francia, Spagna.
L’Italia sconta un isolamento voluto e ricercato, chi pratica il sovranismo ha già chiuso le frontiere e non ha intenzione alcuna di aiutare i “camerati italiani”.
L’annuncio del pizzo di stato, della taglia messa sulla testa dei migranti più poveri, è solo l’ennesima misura di proganda.
Alla prima occasione, al primo esposto, saranno prima i giudici e poi la Corte Costituzionale ad annullare una sanzione odiosa, classista, negatrice dei più elementari diritti umani, politici, civili.
A quel punto tenteranno di scatenare la rabbia contro i giudici e contro la corte costituzionale, che già hanno messo nel mirino, nel tentativo di controllarla e piegarla ai loro voleri.
Sarà l’ennesimo fallimento annunciato, neppure i mazzieri mediatici riusciranno a fermare la frana, politica e sociale.
Presto scopriranno che quando la realtà comincia a prevalere sulla finzione, non basteranno gli spot, la propaganda, i comizi H24 ritrasmessi da reti compiacenti.
Buona giornata del migrante a chi cerca di riconquistare il diritto ad una esistenza dignitosa e a chi, ogni giorno, si dedica a salvare le “vite degli altri”, senza distinzione di etnia, fede, colore della pelle, genere, come recita la nostra Costituzione.