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Tanti Granchi Blu contro Meloni

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Ci mancava solo il Granchio Blu. I pescatori sono disperati: «È una catastrofe!». In particolare sono disperati gli allevatori veneti e romagnoli di vongole: il Granchio Blu, voracissimo e iper prolifico, fa piazza pulita di mitili e pesci. Luca Zaia lo denuncia in poche parole chiedendo al governo ai primi di agosto lo stato di emergenza per aiutare i pescatori. Il presidente della regione Veneto è andato a Porto Pila, Rovigo, per dare sostegno ai pescatori di vongole e invitare a fare presto: «Quest’anno la produzione calerà dell’80-90%!».

Il Granchio Blu, emigrato dall’Oceano Atlantico nel Mediterraneo, è enorme e voracissimo. È dotato di chele potenti. Ha invaso anche il Mare Adriatico e il Tirreno. Divora vongole, pesci e crostacei. Risultato: i pescatori tornano a casa con le reti vuote. Il Granchio Blu va sconfitto. Come? Intanto, per Francesco Lollobrigida, c’è la soluzione della padella perché è commestibile, è buono. È andato a Goro, Ferrara, per dare sostegno ai pescatori. Il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare ha invitato “a comprare” e a mangiare il granchio invasore.

Certamente, però, cucinare il Granchio Blu non risolve il problema dei pescatori italiani né quello dei consumatori con pochi soldi. Spesso, ha detto Lollobrigida, «i poveri mangiano meglio dei ricchi» perché a prezzi più bassi si riforniscono dai produttori. Per un milanese, un torinese e un romano è molto difficile e costoso andare in macchina nel porto di pescatori più vicino per comprare un chilo di Granchio Blu.

Il granchio originario dell’Atlantico è un serio problema ma certamente non è il più importante per Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio deve fare i conti con tanti problemi da settembre: l’inflazione mangia salari e pensioni (la benzina a ridosso e oltre i 2 euro al litro continua a far lievitare tutti i prezzi); gli sbarchi di migranti crescono invece di diminuire come promesso; i fondi sono scarsi per combattere siccità e alluvioni causate dal cambiamento climatico. E ancora. Deve affrontare le difficoltà a spendere i fondi europei in investimenti strategici; a cercare risorse per la sanità e l’istruzione pubblica in crisi; a tagliare le troppe tasse ai contribuenti tartassati. Sono sfide difficili da vincere mentre l’economia italiana “frena” e rincara il costo per finanziare l’ingente debito pubblico.

Lunedì 28 agosto Meloni, nel primo Consiglio dei ministri dopo le ferie estive, ha cominciato a fare i conti con tutte le incognite dell’autunno. Ad agosto, a complicare ulteriormente la vita di Meloni, sono arrivati i casi Vannacci e De Angelis, spie della voglia di scelte di governo più muscolari da parte di frange di estrema destra, all’interno e all’esterno di Fratelli d’Italia. Sono spinte pericolose perché tendono a mettere in discussione i diritti delle minoranze (dagli immigrati agli omosessuali) viste come una minaccia e non come diversità da rispettare in nome dell’uguaglianza e del comune interesse alla convivenza.

L’avvicinarsi delle elezioni europee del prossimo giugno fa salire la tensione all’interno della stessa maggioranza di destra-centro. Per i temi agitati sembra già di essere in campagna elettorale. Salvini e Tajani, alleati di governo della Meloni, tentano di riprendersi i voti migrati verso Fratelli d’Italia. Il segretario della Lega cerca di attrarre i consensi di destra, il reggente di Forza Italia dopo la morte di Berlusconi va a caccia dei voti moderati dei ceti produttivi.

Meloni risponde all’assedio. Rivede, tra l’altro, l’organizzazione di Fratelli d’Italia con l’obiettivo di consolidare la sua presa sul partito. La scelta più importante è la nomina di Arianna Meloni, sua sorella e moglie del ministro Lollobrigida, a responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia. Certamente così la Meloni si sente più sicura ma non è un segnale di forza. Le scelte familistiche generano proteste all’interno del partito. “I Gabbiani”, la corrente di Fabio Rampelli, non l’ha presa bene e chiede il congresso di Fratelli d’Italia. La Meloni respinge l’idea.


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