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Rigurgiti fascisti e giornalisti nel mirino, è tutto già accaduto nel laboratorio-Latina. E un libro lo racconta

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Un inizio, uno svolgimento, una fine, un fine recondito, un fiume di eventi, una città sullo sfondo: Latina. Descritta in “Laboratorio criminale“, l’ultimo libro di Marco Omizzolo, firmato con Roberto Lessio per People, e scandagliata in alcuni dei suoi lati peggiori, nei suoi limiti e negli errori. Di questo lucido e straordinario resoconto della cronaca degli ultimi anni della città fascistissima avevamo già parlato. Ma adesso è lo stesso Omizzolo ad offrire un ulteriore punto di vista. Latina è stata più volte definita un “laboratorio”. Celebre è rimasta una frase pronunciata da Gianfranco Fini durante uno dei molti comizi tenuti a Latina per le elezioni amministrative che videro vincitore Vincenzo Zaccheo (all’inizio degli Anni Duemila); questa: “Latina è il laboratorio del buon governo della destra”. Definizione che di lì a poco sarebbe stata clamorosamente smentita perché la destra, fortissima nei numeri e nei posti di potere occupati, si autodistrusse prima con il commissariamento per crisi interna, poi con gli arresti di mezza giunta e buona parte di esponenti della macchina burocratica. Ma il laboratorio è rimasto e questo libro prende a prestito la definizione perché è stato un laboratorio criminale e anche una prova tecnica di nuovo fascismo. La rete nera che si sta palesando in questi giorni a livello nazionale a Latina ha già operato, indisturbata perché era, appunto, solo un piccolo laboratorio e nessuno pensava che davvero potesse diventare un modello applicabile su scala nazionale. Eppure, in tempi non sospetti, gli autori di questo libro e  la casa editrice hanno visto oltre la cortina fumogena del racconto leggero e rassicurante dell’agro redento dal fascismo. Uno stralcio di “Laboratorio criminale” ci ricorda che tutto torna: i giornalisti sgraditi e per questo perseguitati, lo strapotere, la sottovalutazione dei rigurgiti neofascisti… Insomma quel che ora ha una dimensione nazionale a Latina lo si è già visto.
Di seguito riportiamo un passaggio integrale del libro. L’incipit del secondo capitolo.
“Tutto inizia con un episodio di cui siamo stati i protagonisti involontari. Siamo a giugno del 2014, e a quel tempo non si potevano nemmeno immaginare le clamorose conseguenze che avrebbero determinato le nostre attività di inchiesta sociale e giornalistica. Parliamo peraltro di una fase politica in cui la destra neofascista in provincia di Latina spadroneggia. Non esisteva ancora però, per essere chiari, il governo Meloni. Al contrario. La destra che oggi è al governo sembrava un fenomeno in crescita ma locale – provinciale, al massimo –, in qualche modo circoscritto o addirittura, secondo alcuni, politicamente folcloristico perché espressione di un residuo ideologico destinato a morire presto e per sempre. La realtà, negli anni successivi, avrebbe smentito clamorosamente questi “luminari” della politologia nazionale, spesso di sinistra. Come vedremo, le cose erano ben diverse da come venivano descritte. Si stava per aprire uno scenario inquietante, che avrebbe messo in luce la potenza di un’alleanza criminale che stava per mangiarsi la città di Latina e, al contempo, scrivere un progetto di Paese che, nel corso di pochi anni, sarebbe arrivato fino a Palazzo Chigi. All’epoca, però, erano ancora pochissimi coloro che ci davano ragione. Il locale per il locale è infatti uno dei grandi tranelli politici in cui spesso si cade. Nulla di ciò che è locale, in realtà, resta localmente circoscritto. Questa – insieme a un radicale senso di indignazione – era una delle premesse che ci spingevano a mobilitarci e ad approfondire ciò che per altri era considerato solo come marginale o di scarso rilievo politico e sociale. Dopo aver indagato per molti anni la presenza del clan dei Casalesi nel territorio della discarica di Borgo Montello, nel Comune di Latina al confine con i Comuni di Aprilia e Nettuno, a circa cinquanta chilometri in linea d’aria dal centro di Roma – all’epoca tra le maggiori discariche attive d’Europa…”

https://www.peoplepub.it/pagina…/laboratorio-criminale

(Nella foto Marco Omizzolo in piazza Impastato a Latina in occasione della giornata internazionale per la libertà di stampa il 3 maggio scorso)


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