Quante volte capita in un anno che l’Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione dell’Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito spedisca un comunicato stampa a tutte (proprio tutte) le redazioni? Ieri, alle 13.40, è successo. Era inevitabile dopo il putiferio scatenato dalle parole razziste e violente del Generale Roberto Vannacci contro omosessuali, femministe e contro le minoranze in genere. Con tutti i guai già in essere questa estate per il Governo un Vannacci non ci voleva. Degli omosessuali dice: “Normali non lo siete, fatevene una ragione”; delle minoranze dice: “Le discutibili regole di inclusione e tolleranza imposte dalle minoranze”; del lavoro dice: “I dibattiti non parlano che di diritti, soprattutto delle minoranze: di chi asserisce di non trovare lavoro, e deve essere mantenuto dalla moltitudine che il lavoro si è data da fare per trovarlo”; la vera “perla” è riservata a Paola Egonu: “Italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”. Nel bel mezzo di un’estate rovente ha buttato giù dalla vacanza pure il ministro Guido Crosetto che quando ha letto le dichiarazioni del generale alla stampa si è dissociato e le ha definite “farneticazioni”. Ma il colmo dell’imbarazzo lo si è raggiunto in tarda mattinata, quando l’Esercito Italiano ha dovuto inviare un comunicato con il quale si dissocia formalmente dalle affermazioni del generale. Ecco cosa riporta la nota: “In merito alla notizia pubblicata oggi su alcuni organi di stampa, relativa al contenuto del libro autoprodotto dal Generale di Divisione Roberto Vannacci, la Forza Armata prende le distanze dalle considerazioni del tutto personali (come precisato nel testo) espresse dall’Ufficiale. Si precisa che l’Esercito non era a conoscenza dei contenuti espressi in esso e che gli stessi non erano mai stati sottoposti ad alcuna autorizzazione e valutazione da parte dei vertici militari. In tal senso l’Esercito si riserva l’adozione di ogni eventuale provvedimento utile a tutelare la propria immagine”. E’ probabile dunque che l’Esercito Italiano chieda una sorta di risarcimento a Vannacci che, nel frattempo, da perfetto sconosciuto è diventato il nome più cercato del web e inseguito per ulteriori interviste e dichiarazioni. Il libro autoprodotto ha un titolo che già dice abbastanza: “Il mondo al contrario” e getta fango e veleno su omosessuali, ambientalisti, femministe, migranti. Ma l’autore nel giro di poco ha già detto di essere stato frainteso e che le frasi sono state estrapolate in modo non consono. In realtà le frasi contenute nel libro sono concatenate tra loro e, insieme, offrono una certa idea di mondo assai precisa, un mondo dove la tolleranza è sparita e al suo posto ci sono pregidizi, razzismo, violenza, disprezzo.
“La domanda di fondo è un’altra: come ha fatto Vannacci a diventare generale? Possibile che si sia accorto di nulla prima della pubblicazione del libro”, si chiede Giuseppe Giulietti, coordinatore nazionale dei Presidi di Articolo 21
Molte altre le prese di posizione di queste ore, interrogazioni parlamentari, richieste di un allontanamento dell’ufficiale dall’Esercito Italiano, una delle istituzioni più prestigiose. Sarebbe tuttavia riduttivo declassare questa storia alla “semplice” uscita infelice di un razzista.