BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

L’armata negazionista alza il tiro e schiera il ‘guerriero’

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La mattina del 2 agosto scorso, poco prima dell’edizione del GR1 delle 8.00, uno degli intervistati, senza mai essere interrotto con richiesta di chiarimenti dal conduttore di Radio Anch’io, usando toni accomodanti, quasi professionali, tentava di inculcare nell’ascoltatore il dubbio che la verità sulla strage di Bologna fosse diversa da quella stabilita sacralmente nelle aule di giustizia.
 Pochi minuti dopo era lo stesso Presidente della Repubblica, Mattarella, a rimettere le cose a posto restituendo a quell’orrendo eccidio la collocazione neofascista, mentre la presidente del Consiglio e alcuni suoi ministri si guardavano bene dal farlo
         Poteva bastare? No, certo che no, nel frenetico tentativo della destra di riscrivere la storia, di equiparare fascismo e antifascismo, di attaccare la Carta Costituzionale.
         Così, soltanto tre giorni dopo quei fatti, l’armata negazionista ha messo in campo il principe dei ‘guastatori’, il ‘guerriero’ per antonomasia, quel Marcello De Angelis che non solo ha affermato con certezza che Fioravanti, Mambro e Ciavardini, condannati in via definitiva dopo tre gradi di giudizio, non c’entrano nulla con la strage, ma che lui lo sa per certo. E qui ha fatto bene Elle Kappa, il vignettista di Repubblica a narrare graficamente che tanta certezza può derivare solo dal fatto che lo stesso De Angelis fosse coinvolto e che quindi avrebbe fatto bene a confessare.
         Nessun colpo di sole, anzi. Sarebbe interessante conoscere chi sta conducendo la regia di questi continui attacchi alla magistratura, al Presidente della Repubblica, alle verità accertate, addirittura all’emergenza climatica. Una regia sapiente che prima o poi tenterà la strada del compromesso. Quale? Se le affermazioni di De Angelis avranno seguito e se otterranno likes e condivisioni, chi sarà il primo dell’area meloniana a suggerire un ‘atto di pacificazione’ proponendo che della vicenda si occupi un’apposita commissione parlamentare? O magari sarà Renzi, chissà.
         E anche qui bisogna ricordare la grande correttezza istituzionale del Presidente Mattarella che, nel corso della cerimonia del Ventaglio, mise in guardia i parlamentari dal progettare di poter giudicare l’operato della magistratura o anche di governi precedenti. Pensate cosa accadrebbe, con una maggioranza parlamentare di sinistra, se si decidesse un giorno di giudicare le vergognose scelte di questo governo, come dettagliatamente descritte da Barbara Scaramucci, con un particolare riguardo al tetto massimo retributivo ampliato ai manager che si occuperanno del Ponte sullo Stretto e al contemporaneo taglio del reddito di cittadinanza e alla fuga dalla discussione sul salario minimo.
         Ma tutto questo è il risultato dell’altissimo astensionismo alle elezioni politiche, della drastica riduzione dei parlamentari, del personale politico scelto prevalentemente dai centri di potere.
         Proviamo a pensare cosa potrebbe realmente accadere con il lavoro di una commissione d’inchiesta formata da un drappello dei parlamentari che oggi siedono in Senato e alla Camera. Quanto conterebbe la spinta del partito di appartenenza, dei nuovi equilibri, delle ambizioni personali? Ricerca della verità? Ma non scherziamo. Il lavoro lungo, massacrante, durato molti mesi e condotto su migliaia di atti processuali ha portato giudici di Assise, Appello e Cassazione ad una verità storica. Quale credibilità avrebbe l’esito di un’indagine condotta da uomini e donne di parte, anche se con indosso abiti istituzionali?
         Mi permetto, infine, una considerazione, diciamo così, etica. Ma davvero un personaggio dichiaratamente fascista, condannato per banda armata, che ha scritto canzoncine sul duce e sul ventennio può alzare la voce con un uomo dalla storia politica e umana di Sergio Mattarella? Questa volta l’occulto registra che ha consigliato al ‘guerriero’ di tirar fuori il suo livore ha sbagliato. Forse cercherà presto di rimediare Per questo la vigilanza democratica e antifascista non può essere abbassata.

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