“Voglio vivere. È per questo che sto scrivendo questo articolo”. Inizia così il lungo, drammatico racconto di Elena Kostyuchenko, giornalista russa della Novaya Gazeta, il giornale indipendente che fu di Anna Politkovskaja, chiuso dalle autorità russe nel marzo del 2022. La cronista, in un articolo pubblicato dal sito Meduza, racconta delle minacce di morte subite e del probabile tentativo di avvelenamento avvenuto in Germania che avrebbe potuto costarle la vita.
La vicenda inizia all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina, nel febbraio del 2022. La giornalista, che lavora alla Novaya Gazeta da 17 anni, viene inviata al fronte. Attraversa la frontiera polacco-ucraina la notte del 26 febbraio e invia i suoi reportage dal confine, da Odessa, da Nikolaev e da Kherson. Il 28 marzo è a Zaporizhzhia quando viene a sapere che le autorità di Mosca hanno deciso di chiudere il suo giornale, ma decide di partire lo stesso per Mariupol. Poche ore dopo però arriva una telefonata dal suo caporedattore che l’avverte: “i ceceni di Kadyrov ti stanno cercando per ucciderti”.
La notizia viene confermata da una sua fonte di intelligence. “Abbiamo informazioni che l’omicidio di un giornalista della Novaya Gazeta è in preparazione in Ucraina”. L’ordine della redazione è perentorio: “Devi lasciare l’Ucraina”. Kostyuchenko prova a fare resistenza, ma poi cede e decide di tornare a casa, in Russia. Ma i colleghi la fermano.
(Agi)