Il dolore di vedere morire un padre che ha dedicato la propria vita a cercare la verità per l’omicidio del proprio figlio.
Oggi vi chiedo di provare a mettervi nei panni del padre Gino e della madre, Angela. Genitori di Attilio Manca.
È dura da ammettere ma dobbiamo dirci la verità: quando un genitore ti chiede giustizia e non riesci a dargliela, la sconfitta è conclamata. Non ha perso Gino, ha perso lo Stato, abbiamo perso ognuno di noi.
Gino era un grande padre e, con la moglie Angela, è stato insultato e deriso, preso per pazzo, delegittimato in tutti questi anni solo per aver chiesto la verità.
Basta il nome del figlio per far tremare le vene ai polsi a tanti fra delinquenti e depistatori.
Ho raccontato la sua storia nel libro “Traditori”, una storia di morte, fango e depistaggio. La storia di un brillante urologo che, giovanissimo, fu ucciso e fatto passare per suicida.
Ho ricostruito la sua vita e, purtroppo, la sua morte. Ma anche lo “schifo” che hanno tirato addosso a questa famiglia.
Disgustoso. Gli hanno negato anche la possibilità di indagini serie e processi veri.
Raccontare per non permettere che le vittime come Attilio siano relegate all’oblio, senza giustizia, senza verità.
L’unico modo per ricordare Gino Manca è continuare per lui a raccontare, a chiedere giustizia per la morte di Attilio. Verità per un cittadino italiano, per ognuno di noi. E per la battaglia di un padre.