Camerati e amici, giornalisti e non solo, ci stanno raccontando di un Vannacci colpito da bavagli e censure, martire del libero pensiero ed erede di Giordano Bruno.
Siamo alle comiche finali, anzi all’avanspettacolo, ma quello di quart’ordine.
In realtà si tratta di un beneficiato di regime.
Invece di essere espulso é stato ammonito.
Il libero pensiero non c’entra nulla, perché ha scelto di sputare sulla Costituzione.
Giordano Bruno, informato dei fatti, sta per lasciare la statua di Campo de’ Fiori per inseguire il generale Vannacci e il portavoce di Rocca, che hanno lo hanno infastidito, usando il suo nome invano.
Se gli squadristi, politici e mediatici, avessero il coraggio di difendere il pensiero critico dovrebbero dare spazio e voce alle vittime dei Vannacci di turno, alle minoranze da lui oltraggiate, oppure potrebbero dare voce a chi reclama la liberazione di Assange, uno che davvero rischia la vita e che sta rischiando il “rogo” per aver rivelato i crimini e le bugie delle oligarchie internazionali.