Quelli che “aspettiamo a giudicare, non dobbiamo essere pregiudizialmente contro, lasciamoli lavorare alla Rai e al governo..” cosa intendono aspettare dopo quello che è accaduto ieri in occasione dell’anniversario della strage di Bologna?
Cosa altro aspettano dopo il rifiuto di pronunciare la parola “fascista?
Li avevano visti i videomessaggi della presidente Meloni ai neofranchisti di Vox?
Erano stati informati dei tentativi di riscrivere le sentenze di Ustica e Bologna?
Avevano visto il video di Larussa con i busti di Mussolini?
Erano stati informati delle commissioni di inchiesta contro gli oppositori?
Sapevano dell’emendamento anti Corte dei Conti?
Sanno nulla della guerra contro i poveri?
Hanno sentito parlare della soppressione del programma di Roberto Saviano?
Sanno che solo in Ungheria e Polonia il governo controlla le,principali sei reti televisive?
Davvero sperano di ricevere qualche mancia, qualche promozione, qualche favore in cambio del silenzio complice, della distrazione programmata, della complicità quotidiana?
Chi pensa di salvarsi abbassando il profilo politico o sindacale non avrà scampo e quando se ne accorgeranno sarà troppo tardi.
Articolo 21 non li seguirà su questa strada e,anche per questo, ha deciso di aderire alla grande manifestazione già indetta, per il prossimo 7 ottobre,dalla Cgil e da altre 80 associazioni: la via maestra.
Sulla via maestra andrà riportato anche l’articolo 21 della Costituzione, uno dei più sfregiati e calpestati.
Dopo aver espulso i vari Saviano, Fazio, Augias, Annunziata, Bottura, Aprile, tra poco toccherà a Report, ora espelleranno i temi e le domande sgradite, a cominciare dalle lotte sociali che saranno deformate, oscurate, trasformate in problemi di “ordine pubblico” e non di disordine sociale.
Il governo controlla ormai le principali sei reti nazionali e questo non è accaduto neppure con Berlusconi, solo Polonia e Ungheria vivono la stessa situazione, e infatti sono nazioni già sottoposte al controllo delle istituzioni europee per violazioni ripetute in materia di autonomia dell’informazione, della giustizia, dei diritti delle minoranze.
A quando l’Italia?
Il tentativo sarà quello di “oscurare” le lotte prossime venture e quelle che saranno innescate da una devastante crisi economica, sociale, ambientale, civile.
Il nostro grazie alle centinaia di migliaia di donne e di uomini che, in questi giorni, hanno reclamato contro la soppressione del programma di Saviano, hanno rivendicato il diritto ad essere informati, hanno capito, a differenza di qualche giornalista, che quella scelta era ed è contro l’articolo 21 della Costituzione e, per questo, hanno deciso di alzare la voce.
Li aspettiamo tutte e tutti il 7 ottobre per riportare sulla “via maestra” la Costruzione e la libertà di informazione.
Quanto agli insulti arrivati dai soliti squadristi li consideriamo l’ennesima medaglia al valore civile e costituzionale.
Grazie a tutta la redazione, a tutta l’associazione che, nonostante avvertimenti e minacce, non ha mai fatto e mai farà un passo indietro