La nostra certezza ancora una volta non è andata delusa. Il Presidente Mattarella non ha avuto esitazioni, non ha usato metafore, ha detto la semplice verità, confermata dagli atti giudiziari: 43 anni fa a Bologna ci fu una strage neofascista. Un paese democratico, moderno, oserei dire civile, non dovrebbe stupirsi di nulla, anzi giornalisticamente dovremmo dire, dov’è la notizia? E invece la notizia c’è, perché siamo in presenza di un governo che ancora oggi non ha pronunciato la parola “terrorismo neofascista”, ma solo terrorismo.
Non solo. Il governo, forte della sua maggioranza parlamentare, vuole una commissione sugli anni del terrorismo per usarla, come sta facendo con le altre commissioni, per ribaltare le verità giudiziarie e riscrivere la storia. Ma quegli assassini di Bologna sono stati accertati e sappiamo anche, con prove concrete, che hanno sparso dolore e morte perché dovevano sovvertire con violenza l’ordinamento costituzionale del nostro Paese.
So di dirlo molto brutalmente, ma le date già passate in questi mesi sono tante e appare evidente che è come se ci fosse un ordine di scuderia impartito ai facenti parte della destra, almeno quella di Fratelli d’Italia,cioè quello di non pronunciare mai in pubblico le parole duce, neofascisti, fascisti e simili.
Riflettiamoci, è agghiacciante ma è così. E questo ordine non può che venire dal capo dell’estrema destra, cioè dalla presidente del consiglio. Le è stato anche chiesto in mille modi, con la sincera speranza che lo facesse e si chiudesse ogni connessione con un terribile passato. Non lo ha fatto neanche oggi, ricordando 85 vittime le cui famiglie piangono e piangeranno fino all’ultimo giorno la scomparsa.
Per questo la nostra piccola comunità di Articolo 21, con la certezza, nonostante tutto, di essere parte di una stragrande maggioranza di italiani, si sente dal profondo del cuore di dire ancora una volta grazie al Presidente Mattarella per essere un autentico baluardo della democrazia, della libertà di espressione, della verità storica di questo travagliato ma sempre meraviglioso paese, che non merita un revisionismo antidemocratico ma merita il mantenimento e il rafforzamento di quel testo straordinario che è la nostra Costituzione.