Vincenzo Agostino è un monumento vivente alla lotta alle mafie, un padre coraggio. Lo sogno da anni senatore a vita perché, con la sua testimonianza viva, la sua barba lunga, la sua voglia di non arrendersi, ci ha fatto comprendere l’importanza della Verità e della conoscenza.
Verità per il figlio (poliziotto) Nino e la nuora, Ida Castelluccio (insieme al figlio che portava in grembo).
La loro storia la racconto nel mio libro, Traditori, nei minimi particolari. Partendo da quel drammatico 5 agosto di 34 anni fa, da quegli spari, dalla frase “Io lo so chi siete”. Perché non furono solo i mafiosi ad ucciderli ed immediati iniziarono i depistaggi ed il fango, con la solita storia a sminuire tutto: “è una questione di donne”. Invece no. È una questione di tradimenti, ma non passionali. Di infedeli, uomini come “faccia di mostro”.
Nino Agostino fu ucciso perché era un poliziotto che amava la divisa. Fu ucciso per un vero e proprio groviglio di concause, con dentro continui tradimenti e traditori che è bene conoscere per comprendere la storia del nostro Paese.
Per chi vorrà leggere la loro storia, ho tentato di raccontarne anche i sospiri, racchiusi nel mio libro Traditori.
Per Nino ed Ida, ma soprattutto per Vincenzo e per quella barba che ognuno di noi sogna di vedere tagliata, come sinonimo di verità, dopo 34 anni.