80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Un governo che mette sotto controllo la magistratura non è più un governo democratico

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Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati non ha potuto usare mezzi termini: “Non meglio precisate fonti governative ci accusano di essere schierati politicamente. È un’accusa gravissima, che colpisce al cuore la magistratura, perché un magistrato fazioso, che si schiera politicamente, non è un magistrato. È una critica pesantissima che respingiamo”.

Giuseppe Santalucia, uomo moderato che presiede l’ANM su mandato di tutte le componenti della magistratura e parla quasi sottovoce e senza toni tribunizi, spiega, interrotto dagli applausi, che la reazione governativa ai casi Santanchè e Del Mastro indica un attacco alla magistratura che va oltre i confini costituzionali e istituzionali.

Di fronte a tutto questo “l’Anm non può tacere, se il livello dello scontro si alza, se anche il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano (che è un magistrato), parla di interferenze del giudiziario nell’attività politica, e non c’è traccia di una reazione istituzionale, il silenzio sarebbe un impacciato mutismo di chi non sa reagisce a una politica muscolare di fronte a un organi di garanzia, più debole perché non basato sul consenso. Noi dobbiamo difendere la Costituzione”.

Santalucia affronta il dibattito sul garantismo e dice: “Come si può pensare che un organo di garanzia come la magistratura non sia garantista? Noi non vogliamo entrare nella polemica, noi non vogliamo alimentare lo scontro, ma solo discutere su come migliorare la giustizia”. Il presidente dell’Anm boccia la separazione delle carriere: “Il sospetto è che le riforme costituzionali vengano sbandierate non come miglioramento del sistema, ma come punizione della magistratura, ma io dico con rispetto e umiltà – perché siamo rispettosi di fronte al potere politico – che non si può andare a una riforma costituzionale in questo modo, non è il modo giusto per affrontare una discussione, meno che mai sulle riforme costituzionali”.

Noi di Articolo21 siamo perfettamente consapevoli che i paesi, come la Polonia, dove la magistratura è ormai totalmente controllata dal governo, non sono più paesi realmente democratici. Assistiamo esterrefatti al venire meno giorno per giorno delle garanzie costituzionali della separazione dei poteri. Certo, ci siamo già passati. Lo scontro fra la magistratura e il potere politico c’è stato, e forte, più di una soprattutto negli ultimi trent’anni. Mai però nel silenzio generale. Mai nell’indifferenza dei cittadini. Mai nell’acquiescenza degli altri poteri. Santalucia ha parlato in modo netto, semplice, trasparente: i magistrati stano con la Costituzione. La drammaticità della situazione italiana è questa: il governo di destra vuole riscrivere la Costituzione della nostra repubblica e quindi le regole della democrazia. Chi non vuole permetterlo deve unirsi e superare ogni differenza: in pericolo c’è la nostra libertà personale e collettiva.

(Nella foto Giuseppe Santalucia)


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