Si è conclusa con una bella partecipazione di pubblico la seconda edizione, a Castiglioncello, del Festival di Articolo 21 organizzata dal Comune di Rosignano Marittimo, in collaborazione con l’associazione Articolo 21, nell’ottica di “illuminare” verità nascoste. “Traditi e traditori. Racconti di verità”. Era il titolo della rassegna, il cui manifesto, disegnato da Mauro Biani quest’anno aveva come sfondo il colore giallo, in onore di Giulio Regeni, a cui l’amministrazione comunale ha voluto dedicare una panchina nel giardino del Centro culturale Le Creste, a Rosignano, sede della biblioteca comunale. Un’inaugurazione commossa e partecipata che ha visto i cittadini stringersi in un abbraccio sincero ai genitori di Giulio, giunti a Rosignano appositamente da Fiumicello, in Friuli dove vivono. Con Paola e Claudio Regeni c’erano Giuseppe Giulietti e Alessandra Ballerini, l’avvocata da sempre al loro fianco, e Guido D’Ubaldo presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio. Tra il pubblico anche l’assessora Prinetti e l’assessore Fraceschini. Il sindaco Daniele Donati e la sua vice, Licia Montagnani, assessora alla cultura e al turismo, hanno alzato il drappo che copriva la poltrona gialla con la scritta verità e giustizia e dal pubblico che affollava lo spiazzo dove è stata collocata la panchina si è alzato un canto spontaneo, c’erano molti rappresentanti dell’Anpi, con il fazzoletto tricolore al collo ed è bastato che uno di loro sommessamente inziasse ad intonare Bella ciao che quel canto da singolo diventasse l’inno di tutti i presenti, anziani, bambini donne e uomini che erano lì per chiedere, anche in quel modo verità e giustizia. I Governi si sono succeduti ma ancora dopo tanti anni, nessuno di lor ha fatto niente per Giulio e per i suoi genitori, e neanche per tutto quel popolo, quei cittadini che in tutta Italia continuano ad essere al fianco dei Regeni e non si stancano di ricordare al Governo tutti stanno ancora aspettando giustizia e verità per Giulio, per Mario e per tutti quelli che attendono giustizia.
Domenica 16 luglio, sul palco di Fito, il bel ristorante vegetale-cocktail bar botanico, nel parco del Castello Pasquini, Paolo Borrometi ha presentato il suo libro, che ha ispirato il titolo stesso del festival: Traditori. Come fango e depistaggio hanno segnato la storia italiana edizioni Solferino. Perché tante stragi e delitti in Italia rimangono impuniti? Si chiede Borrometi. La ricerca della verità è un percorso a ostacoli e in troppi casi, prima ancora di cercare i colpevoli si è messa in dubbio la credibilità di chi li accusava. È accaduto a Giovanni Falcone quando si disse che la bomba dell’Addaura l’aveva piazzata lui stesso e a Paolo Borsellino la cui agenda rossa, misteriosamente scomparsa, sarebbe stata un «parasole». Don Diana? «Era un camorrista.» Peppino Impastato? «Un terrorista.» La lista dei nomi infangati per distrarre l’attenzione dai delitti è lunga. E la strategia ha un preciso nome in gergo, «mascariamento». Il presidente di articolo 21 ci ha accompagnato con Enza Rando, parlamentare del Partito democratico ed ex vicepresidente di Libera, in un appassionante viaggio nella storia d’Italia in cui Borrometi denuncia i traditori, coloro che hanno creato consapevolmente confusione nel paese per i propri interessi illegittimi. Il secondo giorno del festival, nella giornata dedicata alla panchina per Giulio, l’avvocata Alessandra Ballerini conversando con Giuseppe Giulietti, (giornalista e cofondatore di Articolo 21) ha presentato il suo libro La vita ti sia lieve: Storie di migranti e altri esclusi. Avvocata dei diritti umani, Alessandra ha raccontato con entusiasmo e passione, storie dei migranti, di uomini, donne e bambini incontrati negli anni trascorsi in difesa degli ultimi. L’attore Ranieri del Testa ha fatto da contrappunto al racconto di Alessandra e di Beppe Giulietti, leggendo alcune tra le pagine più emozionanti di quel bel libro.
L’ultimo appuntamento si è aperto con un intenso ricordo, a firma di Vincenzo Vita, di Andrea Purgatori, un maestro di giornalismo da sempre a fianco di Articolo 21 nelle battaglie per i diritti di tutti. Di lui mancherà il rigore e il modo di fare giornalismo, mai urlato ma costruito sulla verifica delle fonti nella caparbia ricerca della verità. La serata era dedicata a Julian Assange, il giornalista australiano fondatore di Wikileaks che sta rischiando 175 anni di carcere duro, da scontare negli Stati Uniti per aver fatto il suo mestiere: raccontare la verità. A raccontare la vicenda Assange sono stati Vincenzo Vita e Stefania Maurizi che ha dedicato buona parte della sua vita ad accendere luci sulla storia di Julian e della sua organizzazione WikiLeaks, rivelando al mondo le prove di crimini di guerra, torture e altri sporchi segreti dei potenti del mondo. Stefania Maurizi giornalista d’inchiesta, collaboratrice del Fatto Quotidiano, autrice del libro Il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange e Wikileaks edizioni Chiarelettere, ha curato anche la prefazione del libro Il processo a Julian Assange. Storia di una persecuzione di Nils Melzer, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, che nel libro presenta i risultati della sua rigorosa indagine sul caso Assange, documentando nei dettagli come i governi di Stati Uniti, Regno Unito, Svezia ed Ecuador abbiano messo illegalmente a tacere il fondatore di WikiLeaks. Oltre 200 persone hanno partecipato alla presentazione seguendo attentamente fino alla fine e intervenendo con domande a Maurizi e a Vita. Durante la serata è stato proiettato un video dell’associazione La mia voce per Assange con le testimonianze di intellettuali, artisti, magistrati e un appello video lanciato da Stella Moris, moglie di Julian e avvocata del giornalista. Nel corso del festival è emersa la volontà, vista la sincera partecipazione del Comune di Rosignano e di tanti cittadini, di inaugurare un presidio di Articolo 21 nel comune di Rosignano, che avrà il compito di tenere i riflettori accesi sulle oscurità del Paese, e di organizzare occasioni di confronto con la grande comunità nazionale e internazionale di Articolo 21.