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Stop torture, abusi e violenze. Partita anche in Calabria la raccolta firme ICE

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È partita, anche in Calabria, la raccolta firme ICE dei cittadini europei per porre fine alle torture, agli abusi, alle violenze, nei confronti di uomini, donne e bambini, alle frontiere europee e non, e chiedere il sostanziale rispetto dell’art. 4 della Carta Europea dei Diritti fondamentali, che prevede la prevenzione e il rifiuto di trattamenti disumani e degradanti.
I trattati, i patti, le convenzioni internazionali spesso diventano lettera morta proprio in base alle scelte protezionistiche messe in atto dagli Stati coinvolti, più o meno direttamente, dai processi migratori.
Il recente voto espresso dal Consiglio Affari Interni della Ue, relativamente al Patto immigrazione e asilo, a cui il governo italiano a firma Meloni non si è sottratto, ma anzi a cui ha contribuito con emendamenti che, di fatto, consegnano la vita dei migranti dietro compensi, nelle mani di torturatori e centri di detenzione simili a campi di concentramento, ne è la dimostrazione lampante.
Il movimento “Le veglie contro le morti in mare” ha lanciato la sfida quella di porre alla attenzione della Commissione Europea la volontà di mettere fine a questa barbarie, che ogni hanno conta migliaia di morti nel Mediterraneo, nei lager libici e ora tunisini, nei campi bosniaci e greci, nei deserti e nelle foreste dove vengono abbandonati come scarti umani, senza pietà neppure per neonati e donne in gravidanza, nella piena e complice consapevolezza della comunità internazionale.
Il comitato promotore è l’associazione Stop Border Violence e in dodici mesi la proposta deve raccogliere un milione di firme, in almeno sette Stati europei.
Vi sono in corso anche altre proposte ICE in materia di immigrazione, come quella di garantire un’accoglienza dignitosa dei migramti in europa, con scadenza il prossimo aprile 2024. Questo dimostra che i cittadini europei, una buona parte di essi, non condividono le scelte in politica di immigrazione adottate dai governi e dai consessi internazionali e che servirebbero ben altri strumenti, maggiormente vincolanti, che rispettino il volere e le sensibilità dei cittadini europei che spesso dimostrano di essere vere avanguardie progressiste, rispetto ad una classe politica piegata ed incline al teatrino del potere.
In questa proposta l’Italia farà la sua parte con 60.000 firme che, con la piattaforma online dedicata, sembrano un traguardo raggiungibile, senza “confini” per la democrazia e l’umanità.

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