di Teresa Di Mauro, Vittoria Torsello, Lorenzo Urzia, finalist* del Premio Morrione
Dopo mesi trascorsi al computer a studiare, confrontarci, programmare spostamenti e interviste, finalmente la teoria ha iniziato a prendere forma. All’inizio di maggio ci siamo incontrat* in Puglia, dando ufficialmente il via alla nostra inchiesta. Abbiamo imparato a memoria le strade che, per quattro giorni, ci hanno condotto ai nostri intervistati e intervistate. Abbiamo visto i volti delle persone con cui siamo stati in contatto e abbiamo esplorato il loro territorio, arricchendo le loro storie.
Quei giorni trascorsi insieme a coloro che sono il fulcro della nostra inchiesta sono stati il motore che ci spinge ad andare avanti, anche quando gli ostacoli del nostro progetto diventano più difficili. L’adrenalina del lavoro sul campo ci ha aiutato a dare il massimo nei pochi giorni che avevamo a disposizione, ma una volta tornati a casa, si sono accumulati nuovi inesauribili dubbi.
Stiamo facendo abbastanza? Stiamo considerando le piste giuste? Il materiale che abbiamo è sufficiente? Riusciremo a trasmettere il senso di urgenza che percepiamo? Siamo sempre più consapevoli della necessità di essere flessibili nell’immaginare lo sviluppo del nostro lavoro, rimanendo apert* all’inclusione di nuove prospettive. Il confronto è continuo e quando qualcun* si abbatte, il resto aiuta a reagire.
Fortunatamente, possiamo contare sul costante supporto della nostra tutor, Raffaella, che con calma e determinazione ci aiuta a non perderci d’animo, fra consigli preziosi e qualche bicchiere di vino condiviso in chiamata.