Centinaia di giovani hanno sfilato in allegria per le strade di Latina per il Lazio Pride, un corteo allegro di musica e slogan dove accanto alla comunità gay e Lgbt c’erano tante associazioni, compresa Articolo 21, con Amnesty, Cgil, molte amministrazioni della provincia di Latina, ma non quella del capoluogo poiché la sindaca Matilde Celentano ha revocato il patrocinio dopo averlo concesso su invito di Tiziano Ferro, l’artista di Latina che da sempre si batte per i diritti degli omosessuali e delle famiglie arcobaleno. I colori, la musica i sorrisi hanno praticamente inondato le vie del capoluogo pontino per lanciare un messaggio sulla difesa dei diritti civili e dei figli delle coppie omosessuali che rischiano oggettivamente di essere penalizzati in un processo di ritorno al passato senza giustificazioni. Dalla testa del corteo le parole di Wladimir Luxuria hanno riportato al centro dell’attenzione la battaglia contro le discriminazioni di ogni genere. Le ragazze e i ragazzi della coda del corteo hanno dato l’assalto pacifico e simbolico a palazzo M (nome che viene dall’architettura della struttura creata a forma di M in omaggio a Benito Mussolini e oggi sede della Guardia di Finanza) e quello è stato probabilmente il momento simbolico di tutta la manifestazione perché ha indicato che non si può tornare indietro, al regime fascista quando gli omosessuali venivano mandati al confino.
(Nella foto due ragazze sulle colonne di Palazzo M a Latina)