Pride a Latina, la revoca del patrocinio è una brutta figura

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Non in mio nome. Non nel nome della città. Che brutta figura tutta la vicenda del patrocinio del Lazio Pride a Latina.
Una figuraccia a cui è stata esposta a livello nazionale l’intera comunità di Latina. Se si vuol tenere fede al giuramento fatto in Aula ed essere sindaca di tutti, nel rispetto della diversità di opinioni, bisogna volare più alto. Non si possono strumentalizzare situazioni e persone per farsi pubblicità se poi non si è davvero liberi ed autonomi nell’agire. E sappiamo che, purtroppo, per la sindaca in carica, Matilde Celentano, non è così. Si diventa poco credibili con questi dietrofront e resta solo la sensazione di una grottesca presa in giro.
Nel 2016, eletto da pochi giorni, fui invitato a partecipare al primo Lazio Pride a Latina e senza alcuna esitazione partecipai pensando all’articolo 3 della Costituzione che ho sempre tenuto in bella vista nel mio ufficio. È stato bello esserci.
Durante il mio mandato sindacale mi sono sempre battuto per l’affermazione e la tutela dei diritti civili e sociali.  Scelsi come definizione identitaria ” Latina città dei diritti”. E sono al fianco dei miei ex colleghi sindaci nella loro battaglia per la trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali.

Se l’attuale sindaca avesse concesso il patrocinio pur non condividendo il manifesto programmatico avrebbe dimostrato di essere sindaca anche di questa parte della comunità. Non concedendolo dimostra di essere la sindaca solo di una parte della comunità.

*Damiano Coletta è stato sindaco di Latina

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