Tre aggressioni in 24 ore a Lampedusa. In centro, durante il giorno. Il bersaglio sono i giornalisti. Non piace ad alcuni residenti che gli operatori dell’informazione vengano sull’isola per parlare degli sbarchi dei migranti.
E così dalla critica, sempre legittima, si passa alle minacce e alle aggressioni fisiche, sempre sbagliate. E gravi.
A un giornalista del tg1 è stato impedito di andare in onda in diretta nel tg1 della sera (si chiama interruzione di servizio pubblico). Erano una decina. Giovani e meno giovani. Lo hanno circondato. Intimidazioni urlate. Strappato un cavo della telecamera. Poi l’arrivo dei carabinieri. E come se niente fosse le aggressioni verbali sono continuate.
Nei confronti di un operatore di Mediaset l’aggressione è stata verbale ma anche fisica. Un calcio sulla schiena. Pugni fortunatamente schivati. 6 giorni è la prognosi dell’ospedale dopo che l’operatore si è recato nella struttura per farsi medicare.
Il giornalista di un’agenzia stampa è stato preso a sassate che per fortuna non lo hanno raggiunto.
In un gruppo whatsapp ad hoc composto da circa 600 persone gli insulti ai giornalisti. “Buttiamoli a mare” scrive uno dei partecipanti alla chat. Qualcuno propone una manifestazione proprio contro gli operatori dell’informazione.
I giornalisti aggrediti hanno presentato denuncia ai carabinieri. La Prefettura di Agrigento ha tenuto un vertice alla luce di questi gravissimi e preoccupanti episodi di violenza e di censura della libertà di informazione. Ci auguriamo che episodi come questi non si verifichino più. E che questi soggetti siano isolati. Anche perché Lampedusa è da sempre isola di accoglienza e di solidarietà.
Lo dimostra la recente iniziativa dell’imprenditrice lampedusana Rosangela Mannino che ha promosso “Visioni d’autore” un progetto con gli artisti del luogo che ha proprio al centro il tema dell’accoglienza. “Lampedusa non isola”
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