Care amiche e cari amici di Articolo 21,
come Beppe sa, il 12 luglio non sarò a Roma per impegni personali fissati da tempo.
E mi spiace davvero molto non essere con voi.
Perché oggi più che mai è il momento della mobilitazione.
È il momento in cui tutte le forze sociali che hanno a cuore la Costituzione hanno il dovere di costruire alleanze per difenderne i valori.
Sono consapevole che ci sono delle prudenze, delle titubanze, vorrei dire delle sottovalutazioni.
Del resto, sono anni che – insieme – lanciamo l’allerta sulla necessità di non lasciare affievolire il valore antifascista della nostra Repubblica.
E ricordo bene gli inviti a – così dicevano – “non esagerare”.
E ancora ora da più parti arriva l’invito ad abbassare i toni: “sai abbiamo altre priorità… il precariato…il lavoro”.
Come se la lotta per la libertà dal bisogno fosse cosa diversa dalla lotta per le libertà e i diritti.
Siamo di fronte alla più vigliacca delle trappole: giocare sullo stato di bisogno, sulle necessità, sulle fragilità, per lasciare che vengano conculcati diritti e libertà.
Una trappola che conduce al consegnarsi alla persona forte affinché risponda alle mie esigenze materiali.
Nella storia non c’è stato progresso materiale – anche delle lavoratrici e dei lavoratori – che non sia stato accompagnato da un forte movimento politico, culturale, sociale per la conquista di diritti e libertà.
Ecco perché oggi è indispensabile lottare per difendere quei diritti e quelle libertà.
Che non sono beni superflui.
Ma sono il presupposto e il più solido strumento affinché la lotta contro ogni forma di precariato, di emarginazione, di esclusione, non siano la gentile concessione del potere e del potente di turno ma la conquista di una società aperta e democratica.