I risultati spagnoli andranno studiati con grande attenzione, alla luce della loro legge elettorale, delle alleanze possibili, delle diversità regionali.
Non vi è dubbio che la destra rappresentata dai popolari, che poco hanno a che vedere con la tradizione dei popolari italiani, abbia colto un successo significativo, da non sottovalutare.
Il vento del livore, del rancore, della chiusura identitaria e razziale, soffia ancora forte in Europa.
Eppure qualcosa sembra essersi rotto.
La destra spagnola era data per trionfante: una maggioranza certissima, in seggi e voti espressi,le feste già apparecchiate, la Meloni pronta a festeggiare.
Elettrici ed elettori hanno rovinato canti, balli, mortaretti, e hanno costretto i neofascisti di Vox a ripiegare l bandiere del generalissimo Franco.
Cosa è accaduto? Gli oppositori hanno smesso di farsi i dispetti e hanno privilegiato L’Unità popolare e antifascista,tenendo insieme le bandiere dei diritti sociali,civili,politici,j
Invece di abbassare i toni, come suggerivano i cerchiobottisti di ogni patria e natura, hanno denunciato i pericoli per la democrazia, hanno svelato la matrice degli avversari, non hanno avuto paura ad evocare il franchismo, hanno denunciato gli assalti contro differenze, diversità, contro i diritti di lavoratrici e lavoratori, delle donne, degli omosessuali, delle minoranze che, messe insieme, rappresentano una bella fetta della popolazione.
Nella stagione del negazionismo questo è stato il miglior vaccino contro i “No Vox”, con buona pace della nostra presidente che aveva esposto l’Italia sul versante dei sostenitori della destra estrema, come già era accaduto durante la guerra di Spagna, nel 1936.
“Oggi in Spagna, domani in Italia” cantavano gli antifascisti che scelsero di combattere in Spagna contro i nazifascisti.
Parole che ci riguardano oggi è indicano la strada dell’unità delle forze che amano la Costituzione, una strada che Articolo 21 ha imboccato da anni e che, alla luce del risultato spagnolo, continuerà a percorrere senza incertezza alcuna.