È forse la più popolare enciclica di Papa Francesco, la “Laudato Si’”; la più citata certamente. Quello di “ecologia integrale” è un concetto che ha ispirato non solo il dibattito, ma anche movimenti (come le Comunità Laudato Si’ e il Movimento Laudato Si’), progetti (per costruire comunità energetiche e per rendere sostenibili parrocchie, seminari, conventi e quant’altro), cooperative, imprese sociali, fondazioni e altre realtà non profit e piccole imprese, che sono nate ispirandosi ad esso o si sono convertite ai principi dell’ecologia integrale. E che quindi possono incidere sui territori sia a livello concreto – mettendo in campo azioni che cambiano le situazioni – sia a livello culturale – cioè diffondendo l’idea di ecologia integrale ed i valori ad essa legati.
La speranza è, che queste realtà siano contagiose e possano davvero essere agenti di cambiamento. Così come agenti di cambiamento possono essere i giovani che, come è noto, sono particolarmente sensibili ai temi ambientali e capaci di dare vita sia ad iniziative concrete che ad azioni di sensibilizzazione.
Una duplice ricerca della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Pontificia Salesiana e dell’UCSI (Unione Cattolica della Stampa Italiana), ha cercato di rispondere a due domande. La prima riguarda gli enti che in qualche modo incarnano l’ecologia integrale: come comunicano i valori a cui si ispirano, e come vengono raccontati dal mondo dell’informazione? La seconda riguarda i giovani: conoscono la “Laudato Sì’”? E cosa pensano dell’ecologia integrale?
Entrambe le ricerche hanno dato risultati che richiedono riflessione. Da una parte gli enti – concentrati su altri problemi – non investono molto in comunicazione e nutrono poca fiducia nel sistema dell’informazione e quindi tendono a saltare la mediazione giornalistica e a raggiungere direttamente il territorio attraverso gli eventi sul territorio o i social. Che però non possono rispondere a tutte le esigenze comunicative. Dall’altra parte c’è un sistema dell’informazione che – condizionato dall’utilizzo di criteri di notiziabilità, che penalizzano le notizie positive e l’informazione costruttiva, e segnato dalla precarietà delle figure professionali – non è disponibile a raccontare esperienze magari non grandi, ma incisive. La capacità degli enti essere volani di cambiamento è quindi ridimensionata da questa difficoltà a livello comunicativo.
Per quel che riguarda i giovani, è emerso che in pochi hanno letto l’enciclica e hanno un’idea piuttosto vaga del concetto di “ecologia integrale”. Chi la conosce lo deve o ad incontri occasionali o alla capacità (rara) di alcune associazioni laicali di promuoverla. Per questo – sensibili al tema anche senza essere trascinati da leader – sperano che la stessa Chiesa faccia di più e meglio per farla conoscere e farla diventare vero e proprio percorso formativo ed educativo.
Entrambe le ricerche sono ora pubblicate nel volume “Dare Corpo alla Laudato Sì’. L’impatto dell’ecologia integrale nelle visioni e nelle prassi”, a cura di Vittorio Sammarco e Paola Springhetti (ed. LAS e UCSI, 2023).
Una sintesi si può trovare a questo link: http://www.ucsi.it/news/eventi/14114-cura-del-pianeta-ed-ecologia-integrale-l’impatto-della-laudato-si’-in-una-ricerca-sui-giovani-e-su-enti-non-profit-e-profit.html