La notizia della scomparsa di Bianca Maria Pomeranzi – così all’anagrafe di Arezzo dove nacque il 14 giugno del 1950- è stata una botta crudele. Sì, sapevamo che non stava benissimo ed era impegnata nelle cure, ma non sembrava che potesse esserci un distacco dalle cose terrene così imminente.
Ancora recentemente Bianca aveva accettato di buon grado la proposta di far parte del nuovo direttivo dell’Associazione per il rinnovamento della sinistra, previsto dallo Statuto che ne ridefinisce i caratteri con l’entrata nel Terzo settore. Anzi, nella veste ricoperta sempre con grande impegno di vicepresidente dell’Ars, ha voluto contribuire con lucidità e apertura mentale all’ingresso nel gruppo dirigente di forze più giovani. E proprio a lei con naturale condivisione si era pensato come garanzia dell’intreccio proficuo tra le culture di sinistra nobili e antiche, e la ricerca rabdomantica delle domande e dei desideri di una società impoverita avvolta da un prepotente pensiero unico. Aveva, insomma, offerto la sua esperienza ricca e variegata per l’obiettivo di transitare -come comunità nata nel 1998 su impulso di Aldo Tortorella e Giuseppe Chiarante, in un’altra età politica- nei contemporanei paradigmi del capitalismo e nel gorgo dei conflitti dei nativi digitali. E Aldo Tortorella ha espresso molta riconoscenza per una figura assai stimata.
Bianca era assai moderna nell’approccio alla sfera politica e nell’analisi della situazione. Non si piegava al facile e opportunista senso comune se non era convinta. Tuttavia, senza alzare la voce e con educata compostezza. Interpretava il senso profondo della superiore sintesi di un’educazione femminista.
Del resto, va ricordato che abbiamo perso una straordinaria protagonista del movimento delle donne, convinta anticipatrice della rottura degli stereotipi di genere. Anzi. Bianca è stata una donna assai coraggiosa, perché con le idee e la pratica di vita ha contribuito alla crescita e allo sviluppo delle culture Lgbtq+. È stata attiva nelle Nazioni unite nell’apposito Comitato dedicatoall’eliminazione delle discriminazioni contro le donne, rappresentandolo alla Conferenza di Pechino del 1995.
Inoltre, è stata dirigente della Cooperazione italiana presso il Ministero degli Esteri, entrandopoi nel consiglio di amministrazione di Oxfam, l’organizzazione che si batte contro le disuguaglianze e le povertà. Rossa ed esperta.
Non a caso Bianca ha in ogni riunione toccato i temi internazionali, con riflessioni mai banali o d’occasione. Buona, ma non buonista era capace di polemica, non assoggettandosi a tentazioni massimaliste di comodo. La realtà, ci ricordava in tante discussioni, va letta e affrontata, non edulcorata o elusa.
Quanto ci mancherà quello stile autorevole e composto, una traccia di un modello di sinistra riformista capace di pensare globalmente e di inverarsi nelle lotte.
Tuttavia, Bianca con umiltà dava una mano con un genuino spirito attivista quando le si chiedeva di scrivere un articolo, di organizzare una riunione, di andare ad un convegno.
Abbiamo letto con commozione i ricordi di amiche e compagne che ne hanno condiviso l’attività presso la Casa internazionale delle donne o pure nelle fasi precedenti (i collettivi di via Pompeo Magno e del Governo Vecchio, a Roma). Giustamente è emerso il dolore personale e quello pubblico, per le qualità non facilmente riproducibili di una rappresentante naturale del più importante movimento carsico degli ultimi decenni.
Bianca ci ha fatto capire che il mondo travagliato dalle crisi e dalla guerra può essere -forse- salvato solo dalle donne.
L’Ars sta preparando un seminario sull’Europa, anche in vista della prossima scadenza elettorale. Bianca sarebbe stata la relatrice. Ora non è più possibile. Ma a lei lo dedicheremo, con uno specifico ricordo.
Ci stringiamo alla carissima compagna di Bianca, Maria Rosa Cutrufelli, a noi sempre vicina.
Franco Astengo, Franco Argada, Roberto Bertoni, Felice Besostri, Maria Luisa Boccia, Sergio Caserta, Nunzia Catena, Nicola D’Angelo, Piero Di Siena, Nino Ferraiuolo, Milena Fiore, Mattia Gambilonghi, Alfonso Gianni, Alfiero Grandi, Alberto Leiss, Guido Liguori, Michele Mezza, Cesare Salvi, Sacha Tolomeo, Aldo Tortorella,