Assalto al cuore della magistratura e della Repubblica. Non in nostro nome

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Siamo di fronte ad un assalto al cuore della magistratura ..” con queste parole il presidente  dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, persona di raro equilibrio e moderazione, ha denunciato quanto sta accadendo in queste ore.
Come avrebbe potuto restare in silenzio di fronte al tentativo del governo di imbavagliare i magistrati che ancora “osano” indagare su malaffare, illeciti, reati contro il patrimonio, intrecci tra mafie e politica?
Il governo, con la riforma Nordio, vuole limitare ruolo e funzione dei giudici, ridurre i controlli di legalità, ripristinarne la vecchia Italia delle logge, delle consorterie, dei comitati d’affari.
Chi invoca i casi di “malagiustizia”, che pure esistono e non vanno nascosti, finge di non sapere che i provvedimenti annunciati non sono quelli a tutela del cittadino, a cominciare dalla limitazione  della detenzione preventiva, dalla riduzione della lunghezza dei processi, dai ritardati risarcimenti a favore del cittadino ingiustamente accusato, processato o, addirittura, incarcerato.
Le norme  annunciate hanno, al contrario, l’obiettivo di ostacolare le indagini, di tutelare l’abuso di ufficio, di ridurre l’uso delle intercettazioni.
L’assalto al cuore della magistratura si accompagna all’assalto al cuore della informazione.
Come altro definire la conquista della Rai, la cacciata degli autori sgraditi, le querele bavaglio contro gli scrittorie e i cronisti “sgraditi?”
Un tempo la stampa aveva il compito di controllare il potere, ora lo “stile Orban” pretende di zittire il cronista e di limitare il diritto ad informare e a ad essere informati.
Quel “lutto nazionale” proclamato per Silvio Berlusconi è stato solo l’inizio di un cambio di narrazione, che punta a riscrivere  la Storia, a invertire i ruoli tra chi ha servito lo Stato e chi si è servito dello Stato, tra chi ha contrastato le mafie e chi ha avuto contatti con le mafie.
Alla fine  del percorso  si arriverà all’assalto al cuore della Repubblica e della Costituzione, sino alla omologazione tra fascisti e antifascisti, un sogno antico  che covano sin dal crollo della loro “repubblichina” : quella di Saló.
Per questo il giorno 12 a Roma alla Casa Internazionale delle donne, Articolo 21 proverà a riunire quanti hanno ancora nel cuore la Costituzione, si prendono cura delle vite degli altri, non sono disponibili a fingere di non vedere e di non sapere.
Questo è il momento di rimettere insieme chiunque, dalle suore di clausura ai centri sociali, non ha intenzione alcuna di essere costretto a vivere nei recinti di un sovranismo estremista che nel suo Pantheon, naturalmente a pagamento, venera i Trump, i Bannon, i Bolsonaro, i Putin, gli Orban, i Le Pen e i fascisti di Vox.
Non in nostro nome.


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