Sarò con tutte e tutti voi con il pensiero che, come si sa, può andare dappertutto. Collaboro con articolo21 fin dalla sua fondazione.
Quando nasce Articolo21 era la vigilia dell’ottavo anniversario dell’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin (20 marzo 1994 Mogadiscio). È anche grazie a questa comunità se abbiamo potuto continuare la durissima battaglia accanto a Luciana e Giorgio Alpi per avere giustizia e verità che ancora tutta non c’è. Non ci sono più il papà e la mamma di Ilaria e tutto è più difficile.
Ma so che, insieme, continueremo fino alla fine: tutti sappiamo che cosa è successo quel 20 marzo; che Hashi Omar Assan è stato scarcerato dopo 17 anni di carcere innocente, e poi anche lui assassinato a Mogadiscio il 6 giugno 2022. Hashi, un vero e proprio capro espiatorio, al centro di un depistaggio di ampia portata, iniziato ancora nei primi giorni dopo quel duplice delitto, come sta scritto anche nelle sentenze dei tribunali.
Articolo21 è la comunità di persone che hanno condiviso in tutti questi anni l’impegno per la libertà, l’uguaglianza, la giustizia, la verità. Principi fondamentali, diritti e doveri dei cittadini nei rapporti civili, etico-sociali, economici e politici sanciti dalla nostra Costituzione antifascista, nata dalla Resistenza. Al centro del nostro cammino comune: il tema e la storia dei diritti umani declinati in tutta la loro estesa latitudine. Sempre con uno sguardo sul mondo che oggi si trova su un crinale pericoloso: dopo la pandemia, la guerra anche al centro dell’Europa oltre ai conflitti aperti attorno al Mediterraneo e altrove, la violazione dei diritti umani ovunque, le intollerabili disuguaglianze tra le persone … Sappiamo che l’informazione è molto più del dovere di informare e del diritto ad essere informati.
” La stampa serve chi è governato e non chi governa”, è l’incipit della sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti Americani resa famosa dal film di Spielberg del 2017, The Post. Racconta la storia del 1971 relativa alla pubblicazione di documenti top secret sulla guerra del Vietnam e del conflitto tra The Post (l’attuale Washigthon Post) e la Casa Bianca. Si riferivano ai rapporti col Vietnam dal 1945 al 1967 e svelavano crimini di guerra e violazioni dei diritti umani, depistamenti e censure, orrori fino ad allora ignoti all’opinione pubblica americana e mondiale e che il Presidente Nixon tentò ancora di bloccare. La sentenza, memorabile, diede ragione al Post. Un gruppo di giornalisti con Ben Bradglee direttore e Katharine Graham editrice/proprietaria del giornale agirono secondo la massima di virgiliana memoria: ”Felix qui potuit rerum cognoscere causas”. (Georgiche 2 v.v. 490/499). Pochi anni dopo, nel 1974, la vicenda del Watergate, l’inchiesta di due giovani cronisti, Carlo Bernstein e Bon Woodward ancora del Washington Post, condusse il presidente Nixon alle dimissioni e a un grande movimento internazionale per la pace: nel 1975 alla fine della guerra.
Noi di Articolo21 abbiamo agito condividendo quanto ha sempre sostenuto Giorgio Alpi: che l’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin si inserisce tra gli innumerevoli delitti e stragi che hanno attraversato la storia italiana repubblicana come un filo rosso, di sangue, da Portella della Ginestra primo maggio 1947, Enrico Mattei 27 maggio 1962; Mauro De Mauro, giornalista dell’Ora, che sparisce nel 1970 proprio quando collabora con Francesco Rosi per il film “Il caso Mattei”; Pier Paolo Pasolini 2 novembre 1975. Petrolio è il suo romanzo incompiuto, giunto a noi solo in bozze (prima edizione Einaudi nel 1992. Nel centenario, edizione Garzanti 2022). È intrecciato con la sua trama “giornalistica”, gli scritti per il Corriere della Sera. Il titolo, Petrolio, lo suggerisce parlando dell’ENI e del piano Mattei, quello vero, e forse anche di quel delitto poteva dire “Io so…”: un pezzo di storia dell’Italia del doppio boom dello sviluppo e delle bombe, come lo chiamava Paolo Volponi, suo amico; tra complotti di potere e stragi di stato ancora impunite.
Va ricordato proprio in questi giorni, in cui di Enrico Mattei il Presidente del Consiglio parla a sproposito, che il futuro presidente dell’ENI fu un partigiano un antifascista, che prese parte alla Resistenza, fondamento della Repubblica Italiana. Il 6 maggio 1945 a Milano liberata sfila insieme alle formazioni partigiane che hanno sconfitto i nazifascisti. Enrico Mattei è alla testa del corteo insieme a: Mario Argenton, Luigi Longo, Ferruccio Parri, Raffaele Cadorna, Giovan Battista Stucchi ….(nella foto)
Voglio ancora ricordare di Pier Paolo Pasolini i suoi “Io so io so …” riferiti esplicitamente alla strage di Milano e alle bombe fasciste ai treni e a Piazza della Loggia a Brescia. Sembra che in Petrolio avesse immaginato una strage a Bologna che ci fu davvero cinque anni dopo la sua morte.
Seguirono, come si sa, i delitti delle Brigate rosse fino alla strage di Via Fani e l’uccisione di Aldo Moro, e altri ancora fino alle stragi di Capaci e Via D’Amelio.
La nostra comunità si sta occupando ancora di un duplice delitto maturato in quegli anni. Graziella De Palo e Italo Toni, due giornalisti spariti in Libano il 2 settembre 1980, un mese esatto dopo la strage di Bologna, di certo non casualmente.
La nostra comunità continua ad occuparsi di Andrea Rocchelli ucciso il 24 maggio 2014 a Sloviansk nel Donbass dai colpi di mortaio, sparati dall’esercito e dalla guardia nazionale ucraina; di Giulio Regeni, sequestrato dai servizi segreti egiziani al Cairo il 25 gennaio 2016: torturato con crudele violenza, il suo corpo straziato si ritroverà il 3 febbraio; di Mario Paciolla, ucciso il 5 luglio 2020, simulando un macabro suicidio nella sua abitazione in Colombia.
E potrei continuare: l’elenco sarebbe ancora lungo purtroppo.
Il 12 luglio ci ritroviamo per una festa per rilanciare il nostro impegno. Lo facciamo dalla Casa Internazionale delle donne, a Roma, un luogo simbolo di impegno da sempre.
Rilanciamo da lì “Donna Vita Libertà”, la rivoluzione delle coraggiose donne dell’Iran: è una rivoluzione che riguarda tutte le donne e le intere società in tutto il mondo.