È stata rigettata dal Tribunale di Roma la causa civile che Massimo Marino, editore dell’emittente televisiva Telesud di Trapani, aveva avviato nei confronti del giornalista Lorenzo Frigerio e della Fondazione Libera Informazione.
L’editore trapanese si era rivolto ai giudici romani del Tribunale civile per chiedere la condanna, nei confronti del giornalista Lorenzo Frigerio e la fondazione Libera Informazione, al risarcimento del danno reputazionale derivato dalla pubblicazione di un articolo – a firma Frigerio – risalente al 10 febbraio 2016 sul sito di Libera Informazione.
Si chiude, con questa seconda pronuncia, dopo quella determinatasi a Trapani dopo la querela del giornalista Rino Giacalone nei confronti di Telesud, uno dei capitoli più tristi della cronaca trapanese. Nel maggio 2015 il tg dell’emittente Telesud diede a più riprese una notizia che indicava il giornalista Rino Giacalone oggetto di un’indagine giudiziaria. Una notizia totalmente infondata. Inventata di sana pianta. A Trapani la vicenda affrontata nelle sedi penale e civile, dopo la querela del giornalista Giacalone, ha visto soccombente Telesud, e lo scorso anno con un servizio giornalistico, l’emittente televisiva diede atto che nulla era vero di ciò che era stato scritto sul conto di Rino Giacalone. Da qui anche l’avvenuta remissione della querela da parte del giornalista Giacalone.
Tornando alla causa che ha visto contrapposti Telesud e Libera Informazione va detto che nei giorni in cui nel 2015 il tg della tv locale trapanese diede “fuoco alle polveri” dando una notizia totalmente priva di riscontri e del tutto inventata, una fake news, tante furono le reazioni da parte di Associazioni, FNSI e altri colleghi, a sostegno delle ragioni del giornalista Rino Giacalone. Tra questi anche quella del collega Lorenzo Frigerio che sul sito di Libera Informazione intervenne con quello che oggi dai giudici civili è stato indicato essere stato un lecito diritto di critica. Frigerio nel suo scritto su Libera Informazione, dal titolo “Trapani, la periferia dove ll fango diventa notizia”, si interrogò su cosa potesse spingere un organo di stampa qual è Telesud, ad infangare un collega. Tra le ipotesi indicate nell’articolo a firma di Frigerio anche la precedente proprietà dell’emittente da parte del Senatore Antonino D’Alì, attualmente in carcere perché condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, in passato oggetto di diversi articoli giornalistici da parte del collega Giacalone. Una ricostruzione per la quale Telesud ha chiesto l’intervento della giustizia civile. Causa però perduta. Nei giorni scorsi, infatti, la richiesta di risarcimento avanzata da Telesud è stata rigettata dal Tribunale di Roma in quanto Frigerio per i giudici ha esercitato un normalissimo diritto di cronaca e di critica nel rispetto dell’articolo 21 della Costituzione. Diritto rafforzato dal fatto che l’emittente Telesud avesse rilanciato l’infondata notizia a carico di altro giornalista di “Libera”, Rino Giacalone, in cui sosteneva che fosse in corso un’ indagine per via di non meglio precisati favori illeciti nei riguardi di un imprenditore.
Il Tribunale, oltre a rigettare la richiesta, ha condannato l’editore a pagare le spese legali della controparte. A difendere Libera Informazione e Lorenzo Frigerio è stata l’avvocato Enza Rando.