Siamo tra quelli che hanno sempre preso sul serio Silvio Berlusconi, i suoi progetti, le sue minacce, le sue bugie, e dal momento che lo abbiamo contrasto in vita, non ci accorderemo al coro delle ipocrisie, delle amnesie, delle omissioni,
Di fronte alle morte, manifestiamo pietà e rispetto, ma la forma più alta di rispetto consiste nel rispettare la biografia di chi non c’è più..
Berlusconi se ne è andato senza mai svelare le origini delle sue fortune, senza spiegare cosa ci facesse un mafioso nella villa di Arcore, senza chiedere scusa per le condanne subite e per le bugie raccontate ai giudici e al Parlamento, vedi Ruby.
Per non parlare degli assalti portati all’articolo 21 della Costituzione, dell’editto bulgaro, della cacciata dei Biagi, dei Santoro, dei Luttazzi, della legge Gasparri, del conflitto di interessi usato come una clava per abbattere oppositore e avversari.
Ancora più disgustosi i suoi mazzieri “A tariffa” politici e giornalisti, ben retribuiti, sempre pronti a manganellare giudici e cronisti sgraditi.
Sempre Lui si vantò di aver sdoganato i fascisti e di averli rimessi in circolazione.
Il suo ventennio ha contribuito ad aprire la strada ad una classe dirigente che, forse, paradosso nel paradosso, contribuirà persino a farlo rimpiangere.
Dal momento che non abbiamo alcun rimpianto, l’unico grande omaggio che possiamo fare oggi a Silvio Berlusconi e quello di non unirci al coro delle ipocrisie e di non considerarlo un padre della patria.
Padre e madri della patria sono le donne e gli uomini che hanno riconquistato la dignità,la libertà,la Costituzione.