Come ogni 14 del mese, come ogni volta che c’è da ricordare l’importanza dei diritti civili, si rinnova anche questo 14 giugno la scorta mediatica per Giulio Regeni in un momento e in un luogo molto particolari, a Ronchi dei Legionari nell’ambito del Festival del Giornalismo 2023. Oggi, alle 18.15 ,appuntamento con la famiglia Regeni e un pezzo di quel grande popolo giallo che non smette di chiedere verità e giustizia per Giulio e che appena una settimana fa era davanti al Tribunale di Roma, per chiedere che vengano formalmente legittimati i tentativi di notifica agli imputati dell’omicidio del giovane ricercatore perché si possa andare avanti con il processo. L’appuntamento è inserito all’interno della mostra “I nostri diritti, i diritti di tutti” di Mauro Biani.
Il diritto ad essere informati, ad un racconto “umanizzato” come ha sottolineato il Presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani, e i diritti civili sono il liet motiv del Festival e mandano da Ronchi un messaggio sulla “necessità” di una narrazione che guardi ai diritti civili come una conquista sempre in bilico, perennemente bisognosa di essere difesa.
“Il Festival di Ronchi ha assunto veste internazionale – dice Giuseppe Giulietti, coordinatore dei Presidi di Articolo 21 che è una delle associazioni che aderiscono alla promozione del Festival – e sta dando una vera e propria grande lezione di educazione civica e di conoscenza della Costituzione. Pensiamo solo all’idea della panchine della memoria per i giornalisti uccisi. Il 18 giugno, quando alle tante panchine già realizzate per Daphne Caruana Galizia, per Giulio Regeni, per Ilaria Alpi, si aggiungerà quella per Mario Paciolla, Ronchi diventerà davvero la capitale nazionale del rispetto dell’articolo 21 della nostra Costituzione”.
Per l’edizione del prossimo anno si sta predisponendo una collaborazione con Articolo 21 per una riunione delle famiglie che ancora attendono verità e giustizia. Nel 2024 il Festival compirà dieci anni e saranno 30 anni dall’agguato a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, 30 anni dall’assassinio di Marco Luchetta, Alessandro ‘Sasa’ Ota e Dario D’Angelo. Ricordarli significa non dimenticare l’importanza dell’informazione e della libertà di espressione. Le storie dei giornalisti che hanno perso la vita per raccontare cronache difficili sono molte e in tantissime, troppe, non si è ancora arrivati a definire i contorni reali di ciò che è accaduto. Le famiglie di Mauro De Mauro, Italo Toni, Graziella De Palo, Antonio Russo, Raffaele Ciriello, Mino Pecorelli, Mario Paciolla… hanno diritto a non essere lasciate da sole, un diritto che non riguarda solo loro.
“Tentare di riunire queste storie nel decennale del Festival di Ronchi credo sia un impegno civico per tutti noi. – dice ancora Giulietti – Un grazie va al Presidente della Fnsi che ha accolto proposta e ci auguriamo che possa essere condivisa da tutte le istituzioni dei giornalisti. Iniziative e idee concrete rese possibili solo per l’impegno straordinario di Luca Perrino e della sua squadra di collaboratrici e collaboratori, i quali, in realtà, insieme al sindaco e all’amministrazione, non realizzano un festival di giornalisti, bensì mettono in campo, ogni giorno, opere a favore del pensiero critico e della libertà di pensiero”.