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Scholz scippa a Meloni l’auto termica pulita

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Non muore l’auto termica pulita, quella con pistoni e cilindri. Dal 2035 potrà continuare ad essere immatricolata in Europa. Ma parlerà tedesco, non italiano. Conviverà con l’auto elettrica, la regina della mobilità futura senza inquinamento. Germania e Italia hanno fatto una battaglia insieme per far rispettare la regola della “neutralità tecnologica” diretta a raggiungere “zero emissioni” di anidride carbonica.

Ma la lotta comune tra Germania e Italia per l’auto termica pulita è durata poco. Olaf Scholz alla fine ha siglato una intesa separata con la Commissione europea: ha fatto accettare il motore termico alimentato con il carburante sintetico, una tecnologia nella quale eccelle l’industria automobilistica tedesca. Bruxelles, invece, ha bocciato la soluzione italiana del biocarburante per far girare il motore a combustione senza emissioni di anidride carbonica. Olaf Scholz ha fatto valere il maggior peso politico di Berlino, ha “scippato” l’auto termica a Giorgia Meloni. Ne sono usciti con le ossa rotte anche Romano Prodi, l’industria automobilistica e i sindacati italiani sostenitori di motori a benzina e diesel puliti da affiancare a quelli elettrici.

Strette di mano, sorrisi. Il cancelliere tedesco e la presidente del Consiglio italiana si sono visti prima a febbraio a Berlino e poi a giugno a Roma per stringere i bulloni della cooperazione bilaterale su migranti, energia, nuovo Patto di stabilità per l’euro, Ucraina (come sostenete Kiev ma porre fine alla guerra), Cina (come collaborare con il gigante asiatico in competizione con gli Usa). A novembre probabilmente si arriverà a un accordo sul Piano di azione italo-tedesco ma sull’auto termica ecologica ognuno è andato per proprio conto e ha vinto Scholz.

Il governo di destra-centro italiano, comunque, non si dà per vinto. Auspica un ulteriore confronto con la Ue. La “neutralità tecnologica”, dice Gilberto Pichetto Fratin, «potrà essere dimostrata in merito anche ai biocarburanti». Ciò potrebbe avvenire, secondo il ministro italiano dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, anche «prima del 2026», l’anno previsto da Bruxelles per una possibile revisione del progetto di mobilità basata sui motori elettrici. Il disco verde ai carburanti sintetici e quello rosso ai biocarburanti è «una interpretazione troppo restrittiva», obietta Gilberto Pichetto Fratin.

Una flebile luce all’Italia è accesa da Kadri Simson. Ci sarà una trattativa? La commissaria Ue per l’Energia dichiara a Rainews24: «Sì, certo. I biocarburanti sono un argomento che viene trattato. Noi sosteniamo iniziative al riguardo, è mia responsabilità sostenere i produttori, il supporto c’è ed è forte».

L’esultanza del governo italiano per affiancare i biocarburanti al carburante sintetico nell’alternativa all’elettrico, però, dura poco. Il portavoce della commissione europea Tim McPhie con una precisazione gela il governo Meloni: «La commissaria Kadri Simson non ha detto espressamente che ci sarà un ruolo dei biocarburanti» per le auto «ma che i biocarburanti in generale sono una parte del portafoglio per la decarbonizzazione in diversi settori». Traduzione: i biocarburanti si potrebbero utilizzare per le navi e gli aerei ma non per le vetture.

Punto e a capo. Salvo sorprese, la sola alternativa al motore elettrico sarà quello termico alimentato con il carburante sintetico messo a punto dall’industria automobilistica tedesca. All’orizzonte si materializza una cocente sconfitta per l’Italia in un settore strategico come quello dell’auto.


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