Sono senza pudore, senza ritegno, senza remore. Ma in fondo c’è da stupirsi di chi si stupisce. Come da settimane molti sottolineano siamo già usciti dai confini propri di una democrazia liberale per entrare nel recinto delle cosiddette democrature.
Il giornalismo d’inchiesta alla Rai è cominciato in piena era democristiana: TV sette, poi TG2 Dossier e le inchieste nei telegiornali, da Zavoli a Marrazzo, per intenderci. Oggi sarebbero definiti dei pericolosi comunisti che si aggirano con i colbacchi nei corridoi di viale Mazzini.
Ancora nella prima repubbica, fino alla vittoria di Berlusconi nel 1994, la redazione cronaca del TG1, sottolineo del TG1, sotto la guida di Roberto Morrione e coadiuvata dai grandi cronisti delle sedi regionali (cito solo alcuni, Rizzo Nervo, Di Bella, Cusimano, Scardova) sfornava inchieste esclusive realizzate con investigazioni personali degli autori, ricerche, rischi privati. Nuccio Fava e Roberto Morrione pagarono per il coraggio delle inchieste investigative di Ennio Remondino sulla loggia P2. E’ semplicemente storia. Quando divenne diretore Bruno Vespa parlava della cronaca del suo telegiornale chiamandoci “voi”, come fossimo un corpo estraneo da eliminare. Lo fece.
E tuttavia un filone di giornalismo investigativo in Rai rimase, soprattutto a Rainews, sempre grazie a Morrione, ma soprattutto nelle trasmissioni di approfondimento realizzate da Rai3 in collaborazione con il TG3. Da Samarcanda, che abbinava alle inchieste le prime formule di talk show, fino a Report, ideato da Milena Gabanelli sotto la direzione di Minoli,e poi Presa diretta.
I telegiornali invece si allontanavano progressivamente dal giornalismo d’inchiesta fino all’avvilente situazione che già oggi vede la scomparsa di qualsiasi servizio basato su ricerche personali dell’autore, fonti alternative, verifiche sul campo. E’ evIdente che i direttori non chiedono questi servizi.
Ora quella residua fetta di giornalismo investigativo, che da alcuni anni era entrato di diritto nel contratto di servizio, viene cancellato anche come contenuto e come citazione. Non è per caso. Fa parte del disegno reazionario e repressivo di questo governo che vuole cambiare la costituzione della repubblica e portarci su derive antidemocratiche. La natalità e la genitorialità, ovviamente abbinate perché per l’estrema destra solo un maschio e una femmina che procreano possono essere genitori, completano un quadro francamente vergognoso. Basta parlare di Rai meloniana, questa è un’occupazione totale e illiberale alla quale qualsiasi cittadino, che è anche azionista della Rai perché paga il canone, deve ribellarsi. A viso aperto e scoperto.