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Pride 2023: a Milano un corteo venato di preoccupazione

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Bambini, donne, uomini, persone. Il Pride è questo. Un salutare e rinfrancante bagno nella vita vera, quella fatta di lavatrici da svuotare, ragazzini da aiutare nei compiti, lavoro precario, una birra tra amici…
A Milano c’era il tradizionale armamentario dei pride: lustrini e bandiere arcobaleno, cartelli graffianti e “maledetta primavera”, uno spazio dove è permesso ciò che altrove è vietato, per esempio un bacio tra due uomini. Ma dietro ciascuna di quelle facce con i colori rainbow disegnati sulle guance, dietro ciascuno di quei corpi non conformi c’è quella “normalità” del vivere che dovrebbe affratellarci, al di là di chi portiamo a letto. Ci sono stati tanti pride a Milano, forse questo non era il più numeroso di sempre – anche se gli organizzatori parlano di 300mila presenze – ma quello 2023 è stato diverso: si percepiva la preoccupazione per questa destra che abbatte i diritti, a partire proprio da questa parte di popolazione. Le famiglie arcobaleno per esempio hanno fatto sicuramente la scelta giusta: hanno portato i loro bambini, le loro mamme, i loro papà su un trenino di quelli che si vedono al mare. Era una presenza discreta, i bambini erano a loro agio, ma negli sguardi degli adulti che li accompagnavano era evidente la tensione: qualche tribunale ce li toglierà? C’erano cartelli che ironizzavano auspicando + limoni e – meloni ma c’era una preoccupazione palpabile: perché la destra al governo sta provando a far passare l’ignobile scambio – diritti civili per pochi + diritti sociali per tutti. Mai come quest’anno c’è propria la sensazione che ci vorrebbe un pride tutto l’anno.


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