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Occupazione abusiva a Roma, condannati i vertici di Casapound. Che attacca la magistratura

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Quante volte Casapound aveva tuonato contro accampamenti e occupanti abusivi? Tantissime. E nel frattempo occupava a sua volta in modo del tutto abusivo nel centro di Roma. Poche ore fa sono arrivate dieci condanne a due anni e due mesi di reclusione per ciascuno degli imputati in quanto occupanti senza titolo. E’ quanto ha deciso il giudice monocratico di Roma nell’ambito del processo che vedeva  imputati per occupazione abusiva, appunto, i  militati di Casapound che da anni avevano preso possesso del palazzo di via Napoleone III a Roma, nel quartiere Esquilino. Tra i nomi più noti quelli di  Gianluca Iannone, Simone e Davide Di Stefano. Il giudice ha disposto una provvisionale di 20mila euro e il risarcimento in sede civile per l’Agenzia del Demanio. Ordinato anche il dissequestro dell’immobile e la sua restituzione al Demanio.
Gianluca Iannone, leader del movimento di estrema destra, è uno sempre presente nei luoghi in cui ci sono scontri, specie quando c’è di mezzo l’integrazione dei migranti. Fu lui uno dei capi negli scontri di Casale San Nicola, nel 2015, quando i “fascisti del terzo millennio” tentarono di opporsi con un vero e proprio fronte all’arrivo di alcuni  migranti in una struttura della zona.

Anche Simone Di Stefano è stato uno dei capi storici di Casapound fino a febbraio 2022 quando ha lasciato per fondare il movimento “Exit”.

Nei confronti degli imputati, di cui uno deceduto, il pm Eugenio Albamonte aveva chiesto una condanna a 2 anni; nel corso della requisitoria, ad aprile scorso, lo stesso sostituto aveva sottolineato che si era in presenza della “occupazione di un immobile di proprietà del Demanio e assegnato al ministero dell’Istruzione che va avanti dal 2003 e che ha il suo fulcro in un movimento politico. Una occupazione che non ha le caratteristiche delle finalità abitative e che ha causato fino al 2019 un danno significativo all’Erario, stimato in oltre 4, 5 milioni di euro dalla Corte dei Conti, oggetto anche di un provvedimento sequestro preventivo non eseguito per ragione di ordine pubblico”.

“Le condanne spropositate a due anni e due mesi per l’occupazione di via Napoleone III confermano ancora una volta la faziosità di una certa magistratura”. Così CasaPound Italia commenta la sentenza. Poi l’attacco ai centri sociali: “Mentre a Roma il Comune  acquista e regala spazi ai centri sociali come nei casi del Porto Fluviale e dello Spin Time con milioni di euro, si vuole colpire l’unica occupazione non conforme della città dove famiglie italiane hanno trovato negli anni un luogo di confronto e aiuto. Senza CasaPound, il palazzo di via Napoleone III sarebbe l’ennesimo simbolo del degrado della Capitale”.


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