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“No time left”. Contro il consolidamento della dittatura in Birmania

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A più di due anni dal golpe militare in Birmania, seguendo l’esempio della strategia genocida della Russia in Ucraina, la giunta militare birmana sta aumentando esponenzialmente i bombardamenti e gli attacchi sui civili. Utilizzando la tattica “brucia tutto, uccidi tutti” ha bombardato e bruciato oltre 1.355 villaggi e 60.000 edifici (chiese, monasteri, scuole) e ha fatto precipitare il suo popolo in un abisso di morte, terrore, stupri, violenze, massacri, che devono essere fermati. Ha prorogato lo stato di emergenza per altri 6 mesi, ampliato la legge marziale, ad un totale di oltre 50 townships nel Paese e nelle zone industriali di Yangon, Bago e Mandalay, istituendo tribunali militari, che emettono condanne senza appello, salvo in caso di condanna a morte.

Il recente Rapporto del Relatore Speciale ONU sui Diritti Umani in Myanmar, Tom Andrews, denuncia come Cina, Russia, India, Thailandia e Singapore, in questi due anni abbiano trasferito in Birmania oltre 1 miliardo di USD, in aerei da combattimento, elicotteri d’attacco, droni, sistemi missilistici avanzati, aggiornamenti di carri armati, apparecchiature radio e di comunicazione, complessi radar e componenti per navi militari. Ciò nonostante, il Governo di Unità Nazionale ha ripreso il controllo di 198 townships su 330. Tra meno di sei mesi la giunta vorrebbe indire elezioni illegali, con l’obiettivo di costruirsi una legittimità
internazionale. In vista della prossima 78° Assemblea Generale ONU, che si aprirà a settembre 2023, la giunta tenta di essere riconosciuta all’ONU, come legittima rappresentante del popolo birmano.

In questo quadro e con queste scadenze, non bastano le risoluzioni a sostegno della democrazia, ma è necessaria una risposta forte e coordinata dei Paesi democratici, che blocchi le risorse finanziarie e militari della giunta, e garantisca sostegno politico e finanziario a coloro che in Birmania lottano per un Paese democratico e federale.
Un valido esempio è rappresentato dal Burma Act approvato a dicembre 2022 dal Presidente Biden. Le misure decisive prese a livello internazionale nei confronti della Russia e il sostegno al governo ucraino sono un buon esempio di cosa si può concretamente fare, per piegare finalmente questa nuova dittatura e ridare speranza al popolo birmano.
La conferenza intende discutere di tutto ciò, al fine di contribuire alla individuazione delle migliori azioni politiche, diplomatiche ed operative per la sconfitta della dittatura e la costruzione di un paese democratico e federale.

APERTURA DEI LAVORI
Prof. Vincenzo Scotti
Presidente ITALIA-BIRMAMIA.INSIEME
Intervento dell’Ambasciatore. Maurizio Massari, Rappresentante Permanente dell’Italia all’ ONU.

PANEL 1:
Strategie e aspettative delle forze democratiche birmane
Coordinamento: Cecilia Brighi, Segretaria Generale ITALIA-BIRMANIA.INSIEME
Aung Myo Min, Ministro per i diritti umani del Governo di Unità Nazionale birmano
Padoh Saw Ta Doh Moo, Segretario Generale Karen National Union,
Daw Sandar Soe, Vice Segretaria Generale CTUM e Componente CdA ILO
Khun Myint Tun, Presidente Pa-o National Federal Council e membro NUCC
Discussione

PANEL 2:
L’azione di Paesi e istituzioni internazionali per la democrazia in Birmania
Coordinamento: Sen. Pier Ferdinando Casini, Presidente Unione Interparlamentare Italiana
Deb Lynn, Incaricata d’affari, Ambasciata USA in Birmania/Myanmar
Frédéric Maduraud, Myanmar Senior Policy Officer ASIAPAC.3, EEAS, Commissione Europea
Charles Santiago, Presidente Associazione Parlamentari ASEAN per i Diritti Umani
Scot Marciel, ex Ambasciatore USA in Myanmar
Riccardo Noury, Portavoce Amnesty International Italia
Discussione

PANEL 3:
Il ruolo dell’Italia
Coordinamento: Sen. Giulio Terzi di Sant’Agata, Presidente Comm Politiche Unione Europea
On. Antonio Tajani, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale *
On. Laura Boldrini, Componente Commissione Affari Esteri Camera Deputati
Generale Vincenzo Camporini, Ex Capo di Stato maggiore
On. Giulio Tremonti, Presidente Commissione Affari Esteri Camera Deputati *
On. Piero Fassino, Presidente Commissione Monitoraggio Consiglio d’Europa
Giuseppe Iuliano, Responsabile Internazionale CISL, a nome di CGIL CISL UIL
Dott. Enrico Molinaro, Relazioni internazionali, BASE Italia
Discussione

CONCLUSIONI


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