A conclusione della quarta udienza relativa alla SLAPP avviata dalla Premier Giorgia Meloni nei confronti di Roberto Saviano un gruppo di organizzazioni e associazioni che seguono l’agibilità dell’informazione in Italia hanno redatto un documento che ripercorre tutte le anomalie di questo procedimento e del contesto italiano, divenuto ormai un caso in ambito europeo circa la disciplina in materia di diffamazione. Lo riportiamo integralmente di seguito.
“Le sottoscritte organizzazioni internazionali per la libertà dei media e dei giornalisti esprimono solidarietà nei confronti di Roberto Saviano che il 27 giugno 2023 ha partecipato alla quarta udienza relativa alla SLAPP avviata dalla presidente del Consiglio italiana. Chiediamo ai giudici di questo processo di riconoscere che Roberto Saviano non ha commesso alcun reato e invitiamo la presidente del Consiglio Meloni a ritirare la sua querela. Chiediamo inoltre che i politici cessino di abusare della legge attraverso il ricorso alle SLAPP avviate nei confronti di giornalisti, scrittori e chiunque altro eserciti il proprio diritto alla libertà di espressione. Chiediamo dunque al Parlamento italiano di adottare senza ulteriori ritardi una riforma completa delle leggi sulla diffamazione in linea con gli standard internazionali sulla libertà di espressione.
La querela contro Saviano è stata presentata da Giorgia Meloni, attuale presidente del Consiglio, all’epoca parlamentare, nel novembre del 2021. L’accusa di diffamazione penale aggravata è stata mossa nei confronti di Saviano per le sue osservazioni critiche rivolte alla retorica anti-migranti promossa da Meloni negli anni, considerazioni espresse durante una puntata di “Piazza Pulita” . L’intervento di Saviano era seguito all’inchiesta curata dalla redazione di Piazza Pulita sulla morte di un neonato di sei mesi proveniente dalla Guinea, annegato nel Mediterraneo insieme ad altre persone migranti in seguito alla ritardata risposta delle autorità italiane nelle operazioni di salvataggio.
Nel corso della quarta udienza presso il Tribunale penale di Roma, il conduttore di “Piazza Pulita” Corrado Formigli e il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, hanno testimoniato in aula. Richiamando il rapporto di Amnesty in cui si erano esaminati i discorsi d’odio durante la campagna elettorale italiana del 2018, Noury ha testimoniato sul ruolo avuto da Meloni nella promozione di una narrazione anti-migranti basata su odio e xenofobia. Al termine dell’udienza, la giudice ha respinto la richiesta di audizione di Meloni formulata dalla difesa. Giorgia Meloni non è comparsa in nessuna delle quattro udienze tenutesi finora in Tribunale, pur avendo avviato un’azione legale contro Saviano per diffamazione aggravata, sostenendo che le affermazioni di quest’ultimo abbiano leso il suo onore e la sua reputazione. Il giudice ha fissato la prossima udienza per il 12 ottobre 2023, quando è prevista la sentenza di primo grado.
L’articolo 595 del Codice penale italiano prevede pene detentive fino a tre anni per il reato di diffamazione. Questi procedimenti minacciano la libertà di espressione, un diritto fondamentale tutelato dalla Costituzione italiana e dal diritto internazionale, e impediscono a giornalisti e scrittori di esprimere le loro opinioni su questioni di interesse pubblico. In una società democratica, è inaccettabile che una causa penale per diffamazione venga usata come arma per mettere a tacere le voci critiche.
Secondo gli standard internazionali sulla libertà di espressione, il diritto alla libertà di espressione comprende la libertà di esprimere opinioni e idee che possono offendere, urtare o inquietare. Inoltre, la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e le corti nazionali hanno chiarito che le personalità pubbliche, in particolare quelle che ricoprono ruoli politici, devono aspettarsi un grado più elevato di critica e controllo a causa della loro posizione di rilievo nella società. In questi casi, l’azione penale contro le voci critiche è considerata una violazione del diritto alla libertà di espressione, come indicato dall’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU).
I casi sempre più frequenti di azioni vessatorie contro i giornalisti in Italia sono profondamente preoccupanti. Membri dell’attuale compagine governativa ricorrono sempre più spesso a questo abuso del diritto impiegato nei confronti di persone che esprimono opinioni di dissenso. Questa tendenza dimostra che la libertà di stampa e lo spazio civico in Italia si stanno riducendo, con implicazioni pericolose per la democrazia.
Prendiamo atto che il Parlamento italiano sta discutendo una serie di proposte di legge volte a riformare le disposizioni in materia di diffamazione . Tuttavia, constatiamo con preoccupazione che le disposizioni proposte violano gli standard internazionali sulla libertà di espressione e l’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, in quanto aumentano in modo sostanziale le multe per la diffamazione penale e impongono sanzioni aggiuntive dirette all’interdizione dall’esercizio della professione giornalistica. Come ha ripetutamente affermato la Corte europea dei diritti dell’uomo, le sanzioni penali per la diffamazione costituiscono un grave effetto paralizzante sulla libertà di espressione.
Una riforma esaustiva delle leggi sulla diffamazione in Italia deve essere allineata agli standard internazionali sulla libertà di espressione e deve concentrarsi sulla depenalizzazione della diffamazione e sulla definizione di limiti ragionevoli alle sanzioni nell’ambito del diritto civile per proteggere la libertà di stampa, la libera espressione e il diritto di sapere. L’Italia dovrebbe inoltre sostenere i provvedimenti che offrono la massima tutela contro le SLAPP nei prossimi negoziati sulla direttiva UE in materia.
Le nostre organizzazioni continueranno a monitorare l’attuale processo per diffamazione contro Roberto Saviano e risponderanno a qualsiasi ulteriore minaccia alla libertà dei media in Italia”.
Firmato
OBC Transeuropa (OBCT)
Articolo 21
European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)
European Federation of Journalists (EFJ)
Index on Censorship
International Press Institute (IPI)
ARTICLE 19 Europe
Justice for Journalists Foundation (JFJ)
The Daphne Caruana Galizia Foundation
Blueprint for Free Speech
Meglio Legale
The Good Lobby Italia
Pen international
Fondazione Diritti Umani