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La storia mediorientale della banda Prigozhin

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Visto che gli occhi del mondo sono tutti sulla creatura prediletta di Vladimir Putin e del suo cuoco, l’ex galeotto Evgeni Prigozhin, sorprende che ancora nessuno abbia mandato un inviato a Dubai. E’ lì, negli Emirati Arabi Uniti, che si potrebbe capire il futuro globale dell’armata di mercenari costruita negli anni dal Cremlino. Gli Emirati Arabi Uniti sono infatti da anni la cassa depositi e prestiti di Progozhin, delle sue operazioni nel Medio Oriente allargato e del suo soccorso rosso al boccheggiante Tesoro russo. E siccome in casi simili si può essere certi che l’odore dei soldi conduca al porto sicuro, andare a Dubai vorrebbe dire poter scoprire se Wagner verrà strangolata, cambierà pelle, o è davvero in difficoltà. Dovendo andare per sommi capi ma restando onesti, questa storia comincia a Washington, intorno all’anno di grazia 2003. Fu allora che alcuni neo-con decisero di creare un intreccio noto, quando disperatamente fallito dal punto di vista politico-militare; quello tra invasione dell’Iraq -con meritorio abbattimento del criminale Saddam- e i famosi contractors di Blackwaters. Si dovette attendere molto perché i riflettori si accendessero su questi noti contractors, fino al 2007, quando ebbe luogo il massacro  di Nisour Square. L’idea della guerra sporca in appalto a privati deve essere piaciuta al Cremlino, che ha rapidamente provveduto a superare “i maestri”. Mentre il nuovo inquilino della Casa Bianca studiava i modi per ritirarsi dal Medio oriente lasciando i cocci causati dal suo Paese agli “indigeni”, fu Putin a decidere di comprarsi quei cocci, delegando alla neonata impresa del suo cuoco personale la gestione della guerra più sporca. Non che quella condotta dal suo sodale Assad lo fosse di meno, ma il rampollo siriano andava aiutato e soprattutto sfruttato. Dopo l’attacco chimico di Assad e l’ostinazione di Obama a perseguire il ritiro, Putin trovò il modo di intervenire direttamente in Siria, e per quelli della Wagner cominciò la festa, coronata dall’ottenimento in concessione di preziosi giacimenti  di petrolio e fosfati, i cui proventi hanno ampiamente ripagato Prigozhin dopo la riconquista dei territori che furono dell’Isis. In breve: i mig di Putin bombardavano i civili, Wagner sul terreno completava il lavoro. Visto che tutto è andato benone- per loro- i siriani sono presto diventati mercenari a buon prezzo per Progozhin, che li mandava a combattere in Libia, con l’aiuto logistico degli Emirati Arabi Uniti, preoccupati dall’influenza della Fratellanza Musulmana sul governo di Tripoli. I voli di disperati comprati per quattro lire – che nella distrutta Siria erano una fortuna- alla volta della Libia, a sostegno del grande ribelle Haftar, hanno dato nell’occhio e Erdogan ha fatto lo stesso, nello spicchio di Siria che controlla, per sostenere le sue truppe sul versante libico opposto. Così Progozhin ha trasformato, con il benevolente ok di Putin, la Siria in un hub di disperati, che pur di mandare a casa qualche dollaro al giorno andavano a morire per Prigozhin. L’intreccio siriano-libico è stato particolarmente fortunato e lucroso per il duo del Cremlino, che ha esteso l’operatività della colonna infame di Prigozhin in Sudan, in Mali, nella Repubblica Centro Africana. Alla fine dei conti miliardi di dollari sono affluiti a Dubai, visto che la Wagner ha ottenuto in concessione soprattutto in Sudan anche miniere d’oro. Si tratta del tesoro nascosto che ha consentito alla Russia di reggere all’urto delle sanzioni internazionali dopo l’invasione dell’Ucraina, e anche di fare pagamenti in cash alla Banca Centrale Turca per aiutare Erdogan, ora divenuto un amico prezioso nonostante le dispute libiche. Infatti ci sono stime ufficiali, diffuse da fonti ufficiali statunitensi, di solito al riguardo molto attendibili, che indicano il valore raggiunto da questo tesoro nascosto in 130 miliardi di dollari. L’intreccio con gli Emirati Arabi Uniti è tale che, per il governo degli Stati Uniti -pur alleati di Dubai- Wagner senza di loro non avrebbe mai potuto gestire la concessione di tanti e  vastissimi giacimenti naturali in Sudan, Mali, Repubblica Centroafricana e ancora, per mancanza di supporti logistici e infrastrutturali. La guerra libica non può essere letta senza le lenti di Progozhin e del suo sostegno al generale Haftar. Ma è stata la Siria, il disinteresse americano per quanto lì sarebbe accaduto, ad aver consentito la crescita ed estensione globale della piovra-Prigozhin. Il grande pantano, l’oscura cloaca nella quale oggi si gestisce un mare di conflitti e traffici, è cominciato in Siria e da lì seguita a diffondersi nel mondo. Per capire cosa sia accaduto ieri e cosa potrà accadere domani andare a parlare con qualcuno a Dubai appare davvero importante. E forse val la pena notare che chi ha avviato il disgelo arabo con Assad, il protetto di Putin e di Progozhi, è stato il governo degli Emirati Arabi Uniti.

(Disegno di Alekos Prete)


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