“La direzione in cui da anni si incamminano le riforme sulla magistratura ci sta allontanando progressivamente dal disegno della Costituzione. La prospettiva che prende sempre più consistenza è che la successiva tappa di questa continua esperienza riformatrice segni un ulteriore distacco da quella complessiva, essenziale, architettura”. Lo ha detto il presidente dell’Anm (Associazione Nazionale Magistrati) Giuseppe Santalucia, parlando all’assemblea degli iscritti. E rispondendo al ministro della Giustizia, Nordio, sulla separazione delle carriere, Santalucia ha detto: “nessuno, meno che mai i magistrati, pensa di condizionare nessuno, meno che mai il Parlamento. In gioco è un bene collettivo, di cui al più i magistrati possono essere custodi, attenti custodi che avvertono il dovere di lanciare l’allarme ove si avvedano che quel bene viene messo in pericolo. Il bene a cui alludo è l’indipendenza dei magistrati, come singoli e come ordine, dal Potere politico”.
In replica il Ministro ha fatto dichiarazioni specifiche sul cosiddetto caso Uss per il quale è stata avviata una iniziativa disciplinare nei confronti dei giudici della Corte d’appello di Milano che si sono occupati della vicenda. “Non costituisce ‘un precedente non rassicurante’, come voi temete. E questo perché, come ho detto dal Palazzo di Giustizia di Milano, non c’è e non c’è mai stata una contrapposizione. C’è stato invece da parte del Ministro l’esercizio di una prerogativa, nel rispetto dei doveri e delle funzioni attribuite dalla Costituzione” ha scritto Carlo Nordio all’Anm.
La cosiddetta “vicenda Uss” riguarda appunto Artem Uss, l’uomo d’affari legato al Cremlino accusato di aver esportato illegalmente tecnologia militare americana in Russia, arrestato in Italia su richiesta degli Stati Uniti e poi scomparso nel nulla. Di qui l’iniziativa del Ministero che ha riguardato i giudici di Milano.