“Animali selvatici” – film di Cristian Mungiu, regista rumeno premiato con la Palma d’oro a Cannes nel 2007 – racconta di Matthias, emigrato dalla Romania per avere migliore retribuzione in Germania, il quale dopo un litigio con il datore di lavoro torna al suo villaggio in Transilvania. Qui trova la moglie Ana che cresce troppo apprensivamente un figlio pieno di paure, mentre la sua amante Csilla, donna volitiva e indipendente, ha fatto carriera nel grande panificio locale in espansione e alla ricerca strenua di manodopera, non facile da trovare tra gli autoctoni.
Il panificio, per ottenere dei benefici UE, alla fine assume gli unici lavoratori disponibili: tre braccianti dello Sri Lanka. Da questa situazione esplodono intolleranze a lungo represse, in un lembo di terra che raccoglie rumeni, magiari, rom, ebrei, i quali hanno fedi differenti – cattolica, cristiana ortodossa, islamica – e differenti idiomi. E’ per l’uomo tanto difficile accettare il diverso? Ha così paura del nuovo? E’ così forte la competizione tra poveri?
Nel film spesso si vede la radiografia del cervello di un vecchio malato: allegoria che a livello subliminale ci ricorda una nostra diffusa difficoltà cerebrale, la distruttività verso altri ma anche verso se stessi. Mungiu in ogni caso non dà risposte, non è ottimista né pessimista, pur se ha detto in conferenza stampa che la parte del nostro cervello, sede dell’empatia, sembra in evoluzione e crescita, per cui si potrebbe sperare.
“Animali selvatici”, titolo italiano (quello originale era R.M.N nome rumeno della risonanza magnetica), racconta una storia realmente accaduta nel 2020, poco prima della pandemia, in un villaggio della Transilvania, abitata soprattutto da ungheresi, quando una fabbrica che produceva il pane locale ha assunto alcuni emigrati. C’è stata una grande riunione della cittadinanza antagonista, la cui registrazione è finita su internet, provocando grande scalpore.
Quello che appariva strano, ha detto il regista in conferenza stampa, è che ci si sarebbe aspettati maggiore empatia da una minoranza di un altro paese, quale quella ungherese, invece è accaduto esattamente il contrario. Da questa situazione documentata Cristian Mungiu ha tratto un film intenso, che cattura l’attenzione dello spettatore per le reazioni autentiche dei personaggi, narrati nelle loro relazioni private. Un film basato sulla realtà, come lo ha definito Mungiu. Un film che, con semplicità, diventa emblema di una condizione complessa e universale.
Animali selvatici
- Data di uscita: 06 luglio 2023.
- Genere: Drammatico.
- Anno: 2022.
- Regia: Cristian Mungiu.
- Attori: Judith State, Marin Grigore, Orsolya Moldován, András Hatházi, Macrina Barladeanu, Zoltán Deák, Mark Blenyesi.
- Paese: Romania, Francia, Belgio.
- Durata: 125 min.
- Distribuzione: BIM Distribuzione.