In una allegra intervista a Gianni Minà, presente Pino Daniele, Massimo Troisi sosteneva di aver adeguato alle musiche del suo amico le scene del film. Invertendo paradossalmente le consuetudini. Ma era una battuta. Ma ecco che, per un cinofilo, assaporare la composizione De 10h30 à 10h45 sur “La Mer” di Joe Schittino rende possibile l’inversione di procedura: la musica del giovane compositore siciliano evoca scene da film, un film a colori, con i policromi “colori” musicali dell’opera, rappresentata in prima esecuzione assoluta al Teatro Massimo Bellini, tempio catanese della musica lirica e sinfonica. Una sinestesi rappresentata nel luogo giusto.
Ma non era solo una sensazione; in un graditissimo scambio di battute con l’autore, il Maestro ha confermato la traccia cinematografica dell’opera, come l’unico esplodere di piatti che rinvia ad una citazione da Hitchcock de “L’uomo che sapeva troppo”, scena dentro un concerto alla Albert Hall.
Risulta veramente intrigante la spiegazione dell’artista per la scelta del titolo (De 10h30 à 10h45 sur “La Mer”) che rimanda ad una battuta di Satie, che prende in giro Debussy, affermando che la sua “La mer” (opera che ha preceduto quella dell’artista siciliano al Bellini) era affascinante proprio in quel quarto d’ora, nel corposo tempo tra l’alba e il midì. Ecco che Schittino riesce a giocare (in francese il termine equivale a suonare), quasi alla pari, con il grande autore francese, “giocando” appunto con il tempo cronologico e quello musicale; in meno di mezz’ora una messe di soluzioni e rinvii, simboli e sovrapposizioni musicali, mobili location evocate con squilli di sirena, forse anche per le note composte su una nave da crociera. Senza mai cadere nell’eclettismo.
Una bella serata con la perfetta direzione del Maestro Antonino Fogliani, che si triplica nel ruolo, assumendo postura e varie movenze, adeguate alle musiche. Da Toscanini ad Abbado. In scena.