La memoria corta di troppi intellettuali, politici, giornalisti porta a rimuovere l’accanimento con cui anni fa si sottoponevano all’esame del sangue cultural-politico personaggi che per prestigio personale venivano ritenuti degni di incarichi istituzionali. Penso in particolare alla stagione liquidata sotto il nome, quasi infamante, dei ‘Professori’.
Per carità di patria conviene che ci asteniamo dal confronto, nome per nome, con il presente. In qualche caso, però, è impossibile tacere. Non bastavano i La Russa, i Lollobrigida, i Sangiuliano, i Maran, oggi si aggiunge tal Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia, già sottosegretaria di Stato al Ministero dell’Università e della Ricerca. Il principale titolo del suo palma res è una condanna definitiva a 18 mesi per peculato, reato commesso quando era consigliera regionale del Piemonte.
Bene, questa signora, portatrice di sani valori morali e civili, durante il salone del libro di Torino, ha dismesso gli abiti diplomatici che le ha fatto indossare la sua Giorgia, ha riscoperto la camicia nera stampata nell’anima e ha urlato contro lo scrittore Nicola Lagioia, che del salone del libro era ancora direttore, una frase del tipo: “La contestazione è legittima con tutti i soldi che prendi? Ma vergognati”. La grave colpa di Lagioia era stata di aver compreso e giustificato le ragioni della contestazione contro la Ministra della Famiglia, Roccella, da parte di giovani appartenenti alle associazioni ‘Extinction Rebellion’ e ‘Non una di meno”.
Ora, al di là dell’intolleranza contro un pensiero diverso dal proprio, tipica del ventennio, quel che colpisce di più è la concretizzazione di uno stupendo detto popolare che ha sempre descritto efficacemente queste situazioni: ‘Il bue chiama cornuto l’asino’. Sì perché qualunque somma di denaro prenda o abbia preso Lagioia l’ha fatto come compenso per il suo lavoro. Può dire la stessa cosa di sé l’onorevole Montaruli per tutta l’attività svolta?
Ora, che la parola venga usata come manganello è violenza o no? Che i saluti romani che si ripetono e moltiplicano ad ogni raduno di nostalgici è apologia di reato o no? Siamo davvero custodi tutelati della Repubblica Antifascista nata dalla Resistenza e dalla Guerra di Liberazione dall’oppressione nazi-fascista, o giochiamo a far finta che ‘ tanto siamo più forti’?
Forse è il caso di mettere insieme tutti questi fatti che accadono, insieme con il rifiuto di quasi tutti i rappresentanti governativi e di maggioranza di fare dichiarazioni di ripudio del fascismo e dell’autoritarismo, insieme con la mancanza di rispetto anche verso le vittime del disastro ambientale d’Emilia Romagna per cominciare a organizzarci in modo da respingere questo subdolo, continuo assalto alla nostra democrazia.
(Nella foto Augusta Montaruli, da Tgr Piemonte)