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L’Italia non si taglia, parte la striscia quotidiana. Iniziativa di Carteinregla dal 30 maggio

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Dal 30 maggio prende il via “L’Italia non si taglia”, la striscia quotidiana contro l’Autonomia regionale differenziata

E’ ancora troppo poco conosciuta  l’Autonomia regionale differenziata, eppure è  destinata a cambiare per sempre il destino del nostro Paese e dei suoi abitanti.

Carteinregola dal 30 maggio realizzerà, in collaborazione con Articolo 21, una striscia quotidiana di 15’, dalle 19.30 alle 19.45 dei giorni feriali, in diretta Facebook e Youtube e successivamente diffusa con video e podcast.  

Ogni sera incontreremo una voce autorevole, della politica o della società civile, per parlare dei rischi, delle posizioni e degli impegni per creare un fronte non solo “virtuale” che, pur nelle varie articolazioni e provenienze, faccia sentire la sua voce in  difesa dei diritti delle cittadine e dei cittadini, del patrimonio e dell’identità comune.

Il  disegno di legge Calderoli, “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”,  è approdato alla Commissione Affari Costituzionali del Senato e procede speditamente il suo percorso. Un percorso che parte da lontano, dalla riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001,  ma che con l’attuale Governo rischia di concludersi in pochi mesi, portando a compimento quello che è forse il più grave e irreversibile attacco alla nostra Costituzione, ai suoi valori di uguaglianza e solidarietà e all’unità della Repubblica.

Da tempo sappiamo che il regionalismo differenziato, che avrebbe dovuto valorizzare le peculiarità dei territori, è in realtà un micidiale strumento di divisione e di disuguaglianza. E non si tratta solo della ingiusta ridistribuzione delle risorse e delle inevitabili differenze nei servizi – anche con i famosi LEP Livelli Essenziali delle Prestazioni, che per l’appunto non garantiscono prestazioni omogenee già dalla definizione anche se fossero introdotti – ma della distruzione dell’identità comune, così faticosamente raggiunta da una nazione di soli centocinquant’anni, che ha saputo riconoscersi e affrancarsi grazie alla sua straordinaria Costituzione.

Se l’autonomia diventerà realtà, non renderà solo incolmabile la distanza tra il ricco nord e il povero sud, ma consegnerà ciò che il nostro Paese ha di più prezioso – l’ambiente, i beni culturali, la scuola, la cura delle persone – alle maggioranze politiche regionali del momento, che potranno piegarle a ideologie e convenienze, deciderne privatizzazioni, usarne il potere per estrarre consenso. Non ci vuole molta immaginazione: basta guardare, dietro al velo squarciato dalla pandemia, come è stata ridotta la sanità anche nelle ricche regioni del nord.

E si tratterà  di una scelta irreversibile: una volta smontato lo Stato, divise le competenze, attribuiti gli edifici, avviate le assunzioni del personale, non si potrà più tornare indietro. L’Italia sarà definitivamente divisa in tante piccole repubbliche con leggi e regole diverse, guidate da potentati che su una enormità di materie potranno decidere i destini dei territori, dei lavoratori, delle persone, senza alcun ente sovraordinato come contrappeso e garante del destino comune.

E i  cittadini si accorgeranno delle conseguenze solo dopo il punto di non ritorno dell’approvazione. Per questo è urgente portare il tema al centro del dibattito pubblico, mobilitando tutte le persone e le forze politiche e sociali  in una incessante campagna di informazione.

I primi appuntamenti

Martedì 30 maggio Marina Boscaino, portavoce nazionale Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei dirittiAutonomia differenziata, perché NO

Mercoledì 31 maggio Gaetano Azzariti, professore ordinario di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università La Sapienza Roma: Autonomia Differenziata e Costituzione

Giovedì 1 giugno Beppe Giulietti portavoce di Articolo 21 Autonomia differenziata e media

Dal 5 giugno Marta Bonafoni coordinatrice della segreteria Partito Democratico per  terzo settore e associazionismo, Francesco Silvestri capogruppo Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, Isaia Sales  docente di Storia delle mafie all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Francesco Pallante costituzionalista, Maurizio De Giovanni scrittoreDomenico De Masi professore di sociologia del lavoro Università La sapienza Roma,  Maura Cossutta Casa Internazionale delle donne di Roma, Francesca Danese Portavoce  Forum Terzo Settore Lazio, Marco Esposito  giornalista il Mattino, Tomaso Montanari  Storico dell’Arte, Rettore dell’Università per stranieri di Siena,  e molte altre e altri


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