Quarantanove anni fa, esattamente il 28 maggio 1974, una bomba fatta esplodere in Piazza della Loggia a Brescia, mentre era in corso una manifestazione sindacale indetta dalla CGIL causò la morte di otto persone e ne ferì altre centodue. In tutti questi anni si sono svolti vari processi, sempre con la partecipazione, accanto ai famigliari delle vittime, anche del Governo in rappresentanza dello Stato.
Questa volta, in vista dell’udienza fissata dal Gup per il rinvio a giudizio dell’imputato, il neofascista Roberto Zorzi, l’Avvocatura dello Stato non ha presentato nei tempi previsti dalla legge la richiesta di costituzione di parte civile da parte del Governo e del Ministero dell’interno. Questa la motivazione addotta dal magistrato, Francesca Grassani contro cui il Governo ha preannunciato ricorso in Cassazione giudicando ‘abnorme’ il provvedimento.
Ora che si sia trattato di sciatteria, di approssimazione o di scelta condizionata dall’appartenenza politica dell’imputato, come posso io, cittadino italiano, fidarmi di chi mi governa e che continua a mostrare segni di voler riscrivere o revisionare sentenze come quelle sulla strage di Ustica e di Bologna o valutazioni su gravissimi fatti storici come l’attentato di via Rasella e l’immane, immondo massacro delle Fosse Ardeatine? Non rientrerà anche questa gravissima decisione in una precisa strategia?
Oppure, se davvero si è trattato di sciatteria, sono legittimato a pretendere che venga perseguito chi o quanti hanno commesso una leggerezza così grave. Il solo eventuale ricorso in Cassazione sposterebbe ancora una volta l’attenzione dal responsabile vero a chi si è invece limitato ad applicare la legge.
Legge invero malata di scatenato burocratismo visto che ogni atto criminale commesso contro le pacifiche comunità di cittadini, che si riuniscano per ragioni sindacali, politiche o semplicemente perché si trovano accomunati in una stazione ferroviaria o in un aereo dovrebbe essere automaticamente perseguito a tutela di tutti i cittadini: io, italiano garantito dalla Repubblica e dalla sua Costituzione, mi sarei potuto trovare in ognuna di quelle terribili situazioni insieme con le povere vittime.
Esattamente come ha sottolineato il segretario di +Europa, Riccardo Magi che ha affermato: “Per la prima volta la Presidenza del Consiglio dei Ministri non si costituisce parte civile in un processo per la strage di Piazza della Loggia a Brescia. Questo è il fatto grave, al di là di ogni tecnicismo processuale e per questo la presidente Meloni dovrebbe scusarsi innanzi tutto con i bresciani e con gli italiani tutti”.
E il vicesindaco della città Laura Castelletti, ha aggiunto: “Questa è una pessima notizia per tutta la città perché dimostra lo scarso interesse che l’attuale coalizione di governo ha per quella che per noi è ancora una ferita aperta, un fatto che ha causato sofferenza, lutti e ha segnato profondamente la storia della nostra città. (…) Ritengo che quanto accaduto non possa essere derubricato come un errore, una banale disattenzione o una svista”.