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Improvisation! E l’Italia va

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IMPROVVISAZIONE! È il vessillo dietro cui marciano compatti sempre più italiani, attratti dal fascino dell’inesperienza e dell’avventurismo politico. Il 2012 è l’anno in cui l’improvvisazione ha cominciato ad affermarsi. Fu quando lo sconosciuto Federico Pizzarotti venne eletto sindaco di Parma sotto le bandiere del Movimento 5 Stelle, la nuova forza politica che si sviluppava all’insegna del “Vaffanculo”, ispirata dall’attore comico Beppe Grillo e dall’imprenditore informatico Gianroberto Casaleggio. Poco dopo, nelle elezioni per il sindaco di Roma del 2016, venne eletta, sempre per il M5S, Virginia Raggi con la sola precedente esperienza di consigliere comunale. Nelle elezioni politiche del 2018, poi, gli italiani assegnarono al M5S la maggioranza relativa col 33% dei voti. La caratteristica di tutti gli esponenti del M5S era quella di non aver mai fatto politica e non aver mai rivestito ruoli amministrativi, tanto meno pubblici e di rilievo. Degli improvvisati, appunto. Tanto improvvisati da non saper distinguere in politica la destra dalla sinistra sicché durante quella legislatura si allearono, dapprima, a destra con la Lega di Matteo Salvini e, poi, a sinistra con il Partito Democratico.

La rivoluzione di sottrarre l’amministrazione pubblica alla competenza per assegnarla all’improvvisazione piacque molto agli italiani, un’altra parte dei quali si invaghì delle smargiassate di Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che volò nei sondaggi al 34% ubriacandolo sino al punto da fargli chiedere, dai tavolini del “Papeete”, l’ormai noto stabilimento balneare di Milano Marittima: “I pieni poteri!”. Da lì il suo declino: improvvisazione sì, ma fino a un certo punto!

Poi arrivò il Covid-19 e la competenza riprese il sopravvento con l’affidamento del governo ad un tecnico di sicura affidabilità ed esperienza come Mario Draghi sostenuto da tutti i partiti, meno che dai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, il partito che affonda le sue radici nel postfascismo e che rimase all’opposizione. Tutto è tornato nella normalità sino all’estate 2022 quando, con l’attenuarsi della pandemia, la voglia di improvvisazione ha ripreso il sopravvento facendo cadere il governo Draghi ed andando a nuove elezioni. Il 25 settembre 2022 ha vinto col 43% il “destracentro”, una coalizione tra Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni (26%), Lega Nord di Matteo Salvini (9%) e Forza Italia di Silvio Berlusconi (8%). Nelle elezioni del 2018, FdI aveva appena il 4% dei voti. Caratteristica di FdI è che, con le origini che si ritrova, non aveva mai governato nulla di particolarmente importante: anche loro degli improvvisati spediti in pompa magna ai vertici del potere! Invece il M5S, perduta l’improvvisazione dopo cinque anni di legislatura, si è dimezzato nel 2022 al 15%: troppo esperti, ormai!

Pochi mesi sono passati dal settembre 2022 per vedere già oggi i frutti dell’improvvisazione dei FdI, anche se le prime normative promettono bene: dal carcere per i rave party, alla spedizione delle navi delle ONG in porti remoti, preferibilmente amministrati dal centrosinistra, per scaricare i naufraghi immigrati raccolti in mare. Invece, i frutti del M5S al governo sono ormai alla piena maturazione. Il M5S, nella legislatura 2018-2022, si è intestato con particolare entusiasmo due provvedimenti: il Reddito di Cittadinanza nel governo “gialloverde” con la Lega Nord e il Superbonus 110% nel governo “giallorosso” con il Partito Democratico.

Il Reddito di cittadinanza è costato alle casse dello Stato 3,8 miliardi di euro nel 2019; 7,2 miliardi nel 2020; 8,6 miliardi nel 2021; altri 8 miliardi circa nel 2022. Ma il peggio è che, assegnando somme cospicue a circa 1,5 milioni di famiglie come sostegno temporaneo alla povertà, ha fatto sparire la disponibilità al lavoro mettendo in grave crisi molti settori d’impresa che oggi reclamano più immigrazione per sopperire all’esigenza di mano d’opera.

Il Superbonus 110% è invece sin qui costato alle casse erariali circa 80 miliardi. La legge intendeva favorire la ristrutturazione energetica o antisismica delle costruzioni monofamiliari o in condominio ed anche delle seconde case. Sicché molti italiani si sono visti regalare dallo Stato gli infissi termoacustici, i pannelli solari, le colonnine per auto elettriche, l’isolamento delle pareti esterne e di tetti e cantine, le caldaie a pompa di calore e le tende antisole mentre il sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate era tanto improvvisato che ci si potevano inserire, al fine di ottenere il credito d’imposta corrispondente al costo dei lavori, edifici mai esistiti in paesi con nomi di fantasia dando luogo a truffe stimate in 4 miliardi.

Il bello è che, con una simile legge che premia chi già possiede una casa aumentandone il valore senza alcuna contropartita, nemmeno come rivalutazione della rendita castale, il M5S si proclama ed è il più stretto alleato delle forze politiche a sinistra del Partito Democratico, sviluppando così una confusione ideologica dalla comicità irresistibile: un Robin Hood all’incontrario acclamato dai poveri. Insomma, a questo punto può dirsi che pure i poveri, in Italia, sono ormai degli improvvisati!


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