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Il monologo contro la guerra del fisico Rovelli

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“Tutti dicono pace, ma aggiungono che bisogna vincere per fare la pace, solo che volere la pace dopo la vittoria vuol dire volere la guerra”.

A dirlo sul palco del concerto del 1 maggio è stato il fisico Carlo Rovelli, nel monologo dedicato alla pace, contro la guerra e in polemica col ministro della Difesa che, ha ricordato Rovelli, “è stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi nel mondo, Leonardo. È stato altresì presidente della federazione dei costruttori di armi. Ma il ministero della Difesa deve servire per difenderci dalla guerra, non per fare i piazzisti di strumenti di morte. …” Sono parole dure ma veritiere. Ecco la risposta del ministro: “Rovelli non sa di che parla, gli mando un abbraccio pacifico e lo invito a pranzo per farmi conoscere. Io lavoro per la pace, non faccio il pacifista, ma faccio il ministro. Lui faccia il fisico. Quando cambia settore compie qualche scivolone “. E Rovelli precisa, giustamente: “Ma la questione che ho posto nel mio intervento il Primo Maggio non è personale fra lui e me. È politica, riguarda il futuro di noi tutti, e vorrei se ne discutesse nel paese, non a cena in due”.

Conoscere almeno una precedente iniziativa di Carlo Rovelli, che tutti sanno essere un fisico eccellente e un divulgatore scientifico importante, poteva essere utile per il ministro della difesa.

Sul finire dell’anno 2021 oltre 50 premi Nobel (tra i quali: Giorgio Parisi e Carlo Rubbia) hanno firmato l’appello: Un Dividendo Per La Pace, insieme ad accademici e scienziati, come i fisici Carlo Rovelli e Matteo Smerlak che l’hanno promosso organizzandone la diffusione.

È rivolto ai governi di tutti gli Stati delle Nazioni Unite. Propone una riduzione concordata della spesa militare del 2 per cento ogni anno. E con quelle risorse propone di “prendersi cura” del pianeta e delle disuguaglianze insopportabili. La spesa militare, a livello globale, ha superato i duemila miliardi di dollari statunitensi all’anno. La corsa agli armamenti conduce a un’unica conseguenza: lo scoppio di guerre sanguinose e devastanti. Dopo l’aggressione della Russia di Putin all’Ucraina la proposta di Rovelli e gli altri ha perso vigore. Sarebbe necessario e utile rilanciarla in Italia e in Europa mettendola in campo con proposte di tregua e di negoziato per arrivare alla pace. “La guerra, dice Rovelli, in un’intervista al Domani di un anno fa , citando La Storia di Elsa Morante, è uno scandalo che dura da diecimila anni: usciamo da questa follia. E ha aggiunto:

” Immagino che qualcuno mi dica ‘occupati delle tue cose’ ma è proprio di queste cose che si occupava Albert Einstein e i più grandi scienziati di allora e di cui voglio occuparmi anch’io perchè gli scienziati non hanno mai smesso di farlo”

“Un dividendo per la pace” fa riferimento al famoso manifesto di Bertrand Russell e Albert Einstein presentato a Londra il 9 luglio 1955 per denunciare i rischi delle armi atomiche, sottoscritta anche da Joseph Rotblat, fisico nucleare polacco, naturalizzato britannico, che aveva partecipato, durante la Seconda Guerra Mondiale ai lavori per la costruzione della prima bomba nucleare. Dopo Hiroshima abbandonò il progetto e divenne per lungo tempo l’anima motrice del movimento Pugwash nato nel 1957, dopo la prima Conferenza di Pugwash, a partire dal manifesto del 1955. Rotblat e il Movimento Pugwash hanno condiviso il Premio Nobel per la Pace nel 1995. Iniziativa che possiamo sostenere abbia per ora salvato l’umanità dal disastro nucleare. Quel documento è il germe che ha portato ai trattati tra Stati Uniti e Unione Sovietica, che a partire dagli anni Ottanta hanno ridotto i loro arsenali nucleari del 90%.


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