Più precarietà, meno dignità. Questo in sintesi il risultato più eclatante del Consiglio dei Ministri guasta-Festa del lavoro. I pochi euro prelevati dalla riduzione del cuneo fiscale, vengono sottratti non al profitto, ma alle entrate necessarie per finanziare le tutele del lavoro. A questa alluvione di precarietà si somma il dramma di chi viene lasciato senza il reddito di cittadinanza. E degli occupabili, che devono accettare un lavoro fisso ovunque o – se a termine – entro 80 chilometri. Tradotto: è irrinunciabile un part-time che preveda la pendolarità fino a Km 160 al giorno!