L’appello, cui si può aderire attraverso la piattaforma !O scelgo, pone con forza un problema serio e preoccupante. Perché, si scrive, in Italia le istituzioni sono così sorde e insensibili rispetto ad una vicenda drammatica come quella che investe il fondatore di WikiLeaks?
Mentre in diversi paesi -dalla Gran Bretagna, al Brasile, alla Germania, all’Australia, agli stessi Stati Uniti- si sono levate molte voci di parlamentari rivolte a chi deve decidere sul caso, nel nostro paese vi è un silenzio inquietante. Varie municipalità, da Napoli a Reggio Emilia a Pescara, si sono espresse per dare al giornalista ingiustamente perseguitato la speranza di riconquistare la libertà negata ormai da tredici anni. L’appello deve giungere fino a Joe Biden, visto che -in caso di estradizione- negli Usa pende una condanna sul nemico pubblico costruito ad arte a 175 anni di carcere. Tuttavia, qui da noi grandissima parte delle istituzioni sembra tuttora preferire il comodo voltarsi dall’altra parte. Eppure, le Federazioni della stampa italiana e internazionale nonché l’Ordine dei giornalisti hanno fatto propria una lotta intrinsecamente democratica. Se si condanna Assange, si condanna l’intera libertà di informazione. Articolo 21 fin dall’inizio ha abbracciato tale decisiva mobilitazione politica, professionale e umana, mettendola in testa all’agenda delle priorità.
VIDEO BILL MORRISON – FREE ASSANGE