“Ha svelato lui, ha preferito andare altrove, costava troppo, meglio così, la Rai ha bisogno di risparmiare..” Questo e altro abbiamo sentito alla fiera dello sciocchezzaio, in un crescendo di bugie, tradimenti, omissioni e compromissioni.
A spiazzare tutti, a sgomberare il campo da finzioni e ipocrisie è arrivato il vice presidente Salvini che ha festeggiato le dimissioni “spintanee” di Fabio Fabio e Luciana Littizzetto con un significativo “belli ciao”, in pratica ha firmato la loro cacciata, una vera e propria rivendicazione.
Dal momento che ognuno ha il suo stile ha pensato di parafrasare la canzone della riconquistata libertà “bella Ciao”
Che altro aggiungere? Questo è solo il primo atto della nuova “narrazione” annunciata dalla destra destra di governo.
Eppure c’è chi ancora parla di ordinaria lottizzazione e finge di non vedere e di non sapere.
Quanto ai costi, il programma di Fabio si ripagava con gli ascolti e la raccolta pubblicitaria, vedremo cosa faranno gli epigoni in arrivo.
Forse imiteranno chi condusse al disastro i programmi che presero il posto di quelli condotti da Michele Santoro ed Enzo Biagi, cacciati dopo l’editto bulgaro, anche allora mandanti ed esecutori dissero che nessuno li aveva cacciati, ma erano loro che non volevano più restare alla Rai.
Basterà ricordare che Fabio e la sua squadra hanno portato in trasmissione Bergoglio, Obama, i protagonisti della vita politica, sociale, artistica del mondo; come dimenticare la serata con Liliana Segre, il viaggio tra gli orrori del nazifascismo. Forse, quello che a noi è apparsa una virtù, ad altri è apparsa una insopportabile anomalia da sopprimere.
Dal momento che le parole di Salvini arrivano dopo la minacciata espulsione del fisico Carlo Rovelli dalla fiera del libro di Francoforte e dalle querele bavaglio scagliate dai ministri contro Saviano, il Domani, il Fatto, contro decine di croniste e cronisti, noi continuiamo a pensare che un filo nero colleghi questi episodi, ed è il nero della intolleranza, del post fascismo, dell’odio verso le differenze e le diversità, e che a tutto questo bisogna reagire, ora e subito, con grande determinazione, unendo quanti hanno nel cuore la Costituzione antifascista.
Cos’altro dovrà accadere per convincere le forze politiche e sociali che non si tratta di “affari privati” dei Fabio, dei Saviano, delle Littizzetto, dei Rovelli.. ma di una grande questione democratica che riguarda ciascuno di noi?