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Russia, Kara Murza condannato a 25 anni. La condanna più dura finora inflitta a un oppositore

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Venticinque anni di regime duro in una colonia penale: nessun oppositore di Vladimir Putin era mai stato condannato a tanto.  E’ la pena inflitta a Vladimir Kara_ Murza, uno dei principali oppositori di Vladimir Putin. Oltretutto, la salute di Kara-Murza è molto deteriorata, anche a causa di due tentativi di avvelenamento nel 2015 e nel 2017. Soffrirebbe di una polineuropatia che ha danneggiato il sistema nervoso periferico e gli starebbe facendo perdere la sensibilità degli arti inferiori, ma  gli sarebbero negati adeguati esami medici. Questa patologia, ha spiegato il suo avvocato, sarebbe tra quelle che permettono di non scontare la pena.

Giornalista, attivista e politico vicino a Boris Nemtsov – il politico  ucciso davanti al Cremlino nel febbraio 2015 – Kara-Murza si è molto impegnato per promuovere  il Magnitsky Act, una legge americana che autorizza l’adozione di sanzioni contro responsabili di abusi dei diritti umani e corruzione.

Alla lettura del verdetto,  Kara-Murza ha detto: «Ho capito di aver fatto tutto giusto. Venticinque anni sono il massimo che potessi ottenere per quello in cui credo come cittadino, come patriota, come politico». Benché abbia anche la cittadinanza britannica, lo scorso anno Kara-Murza è tornato in Russia. E’ stato accusato di diffusione di informazioni false e arrestato lo scorso aprile, poi lo scorso ottobre è stata aggiunta l’accusa di tradimento. Inedita, infatti, è anche l’applicazione dell’articolo 275 del codice penale per aver criticato le autorità durante i suoi interventi all’estero: tra l’altro, poco prima di rimpatriare, aveva pronunciato in Arizona un discorso di denuncia dei bombardamenti in Ucraina. Famose le sue critiche alle autorità russe circa l’illegittimità delle elezioni e la necessità, per i cittadini, di accedere alla verità sulla guerra in Ucraina.

In aggiunta alla condanna al carcere, il giornalista e attivista è stato multato per 400mila rubli e, se sopravviverà, non potrà svolgere attività giornalistiche per sette anni dopo aver scontato la pena. Il giudice che lo ha condannato, Serghej Podoprigorov, tra l’altro, compare nella lista Magnitsky Act.

Contro questa disumana sentenza si è già mobilitata la Federazione Europea dei giornalisti,  co-firmando un alert sulla piattaforma del Consiglio d’Europa per laprotezione dei giornalisti , che apparirà nei prossimi giorni.


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