Quando chi è a capo di un governo addita il principale quotidiano del paese come “nemico della democrazia e del popolo” e, in aggiunta, anche del suo partito, la libertà di stampa è prossima alla fine.
Il capo del governo è la prima ministra del Bangladesh, Sheikh Hasina. Quelle parole intimidatorie le ha pronunciate lunedì scorso in Parlamento. Il “nemico” è Prothom Alo, che si è permesso, in occasione della Festa dell’indipendenza, di parlare del costo della vita nel paese.
Il giornalista che ha scritto l’articolo, Shamsuzzaman Shams, è stato arrestato incriminato ai sensi della Legge sulla sicurezza informatica e poi scarcerato su cauzione. Rischia fino a sette anni di carcere. Il direttore, Matiur Rahman, è stato denunciato per violazione della medesima normativa.
La redazione del quotidiano, poche ore dopo il discorso della prima ministra, è stata assaltata da una folla di facinorosi.
Il 20 febbraio era stato chiuso Daily Dinlak, l’unico quotidiano appartenente al principale partito di opposizione.
Secondo l’organizzazione locale per i diritti umani Ain O Salisk Kendra, in Bangladesh nei primi tre mesi del 2023 56 giornalisti sono stati torturati, minacciati, intimiditi, denunciati o impediti di svolgere il loro lavoro.