80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Minacce ai giornalisti, la crisi climatica, il giornalismo daltonico. Tre corsi di formazione al Festival dei Diritti Umani

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Chi mette in pericolo il giornalismo? L’elenco è lungo, e ci starebbe pure la risposta “i giornalisti stessi”! Che in alcuni casi non vanno oltre il comunicato stampa o il volere del proprio editore, oppure sono sciatti nel linguaggio e nella verifica delle notizie. Il pericolo va oltre. Abbiamo regalato spazi alla precarietà e domani anche alla concorrenza dell’Intelligenza Artificiale Generativa. Così non solo si venderanno meno copie, ma si intaccano i diritti, il diritto ad informare, il diritto di essere informati. 

E’ stata questa riflessione che ci ha spinti a inserire nel prossimo Festival dei Diritti Umani tre corsi di formazione per i giornalisti, sulle difficoltà che intaccano la qualità complessiva del nostro lavoro. Le date, in qualche modo, ci aiutano: il 3 maggio, primo giorno del Festival, è la Giornata mondiale della Libertà di Stampa. Qual è la minaccia più pericolosa ed estesa a questa libertà? Probabilmente le intimidazioni, quelle che arrivano con hate-speech, con insinuazioni, con veri e propri attentati. Prima un messaggio anonimo, poi le gomme della tua auto squarciate, infine la violenza. Nel 2022 sono stati uccisi 57 giornalisti – secondo Reporter sans frontières – oltre 500 sono finiti in carcere. Non solo reporter di guerra: si muore dove ci sono crisi politiche, come l’Iran o dove la guerra è latente, come in Messico. In Italia secondo il Ministero dell’Interno nel 2022 si sono registrati 84 atti intimidatori, metà rispetto all’anno prima. Solo il 10% verrebbe dalla criminalità, il resto da una galassia di contestazioni politiche o “altri contesti” non meglio identificati. Venti tra colleghi e colleghe vivono sotto scorta: un record negativo in tutta Europa. 

E ci sono forme di intimidazione più subdole, a volte più efficaci della minaccia diretta: sono tutti quegli atti giudiziari che tendono a fermare il lavoro di inchiesta del giornalista, tanto più se è freelance e dunque non può sperare di avere nessuna forma di solidarietà dalla sua testata. Questo grumo di potere, a volte esplicito, istituzionale, a volte occulto, è la minaccia più brutale alla libertà di stampa. Vogliamo parlarne al prossimo Festival dei Diritti Umani, in un corso di formazione organizzato da Articolo21. Per denunciare e pensare a come uscirne. Con Elisa Marincola e Beppe Giulietti; con le testimonianze di chi sta subendo queste intimidazioni come Nello Scavo e Nancy Porsia; con due giuriste come Marina Castellaneta e Sielke Kelner. Affrettatevi ad iscrivervi. 

Userò ancora qualche riga per gli altri due temi dei corsi di formazione. Il primo, il 4 maggio, vuole ragionare su come uscire dal giornalismo “daltonico”, quello che continua a descrivere una società monocolore. Il 10% dei nostri vicini di casa, dei compagni di classe dei nostri figli, dei nostri colleghi di lavoro è nato fuori dall’Italia o ha almeno un genitore straniero. Quanto spazio trova questa Italia arcobaleno? E come viene descritta? No, non mi riferisco ai politici di questa maggioranza, ma da noi giornalisti. Insieme a Carta di Roma, che sarà presente con la sua portavoce Paola Barretta, ci saranno i docenti Stefano Pasta e Susanna Owusu, la podcaster Kim Valerie Vilele e il direttore di Rai per la Sostenibilità. 

Terzo e ultimo corso di formazione all’interno del Festival dei Diritti Umani: sta arrivando la crisi climatica e non so cosa mettermi! Partiamo da una constatazione: spesso il linguaggio giornalistico si limita a spettacolarizzare il tema, proponendo uno scontro tra negazionisti e catastrofisti, oppure contrapponendo gli attivisti che fanno azioni clamorose a chi studia in silenzio come trovare soluzioni. Tutte queste componenti ci sono ma che senso ha affrontarle come se fossimo in un perenne show? Per rispondere a questa domanda metteremo a confronto economisti come Alessio Terzi, fisici come Gianluca Ruggieri, giornalisti come Emanuele Bompan e Maria Maggiore, attivisti come Martina Comparelli di FridaysForFuture. A Marco Motta di Radio 3 Scienza il compito di sbrogliare questa matassa. Anche in questo caso affrettatevi ad iscriversi.

Informazioni su fondazionedirittiumani.org
Iscrizioni sulla piattaforma FormazioneGiornalisti  link https://www.formazionegiornalisti.it/

N.B. Ognuno dei tre corsi da diritto a 5 crediti 


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