È interessante la riflessione di Vincenzo Vita sulla crisi delle testate locali della carta stampata, pubblicato da Articolo 21 il 9 Aprile e che prende spunto dalla proposta di acquisto di voci significative della stampa del Nordest: il Corriere delle Alpi, il Mattino di Padova, la Nuova di Venezia e Mestre, Il Piccolo, il Messaggero Veneto, la Tribuna di Treviso e Nordest Economia.
È un tema che non riguarda solo il destino delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, ma influisce sulla vita sociale e politica delle nostre città. È giusto porsi la domanda, alla luce dei possibili passaggi di proprietà delle sopracitate testate locali del Nordest, sul se e come cambierà il modello di informazione locale.
È ancora più necessario perché protagonista della possibile acquisizione é Banca Finint, alla guida della cordata di imprenditori interessati alle sei testate locali.
Il suo presidente, Enrico Marchi, è persona autorevole e influente, anche per il ruolo di presidente del Gruppo Save, che gestisce l’aeroporto Marco Polo di Venezia e Treviso, il terzo sistema aeroportuale intercontinentale in Italia con i suoi 12 milioni di passeggeri nel 2022 e detiene quote dello scalo Verona-Brescia: insieme costituiscono il polo aeroportuale del Nordest.
Notevoli sono i piani strategici di sviluppo infrastrutturale degli aeroporti che coinvolgono Venezia e il Veneto e interessano anche le attività portuali, dalla bretella ferroviaria alla creazione di nuovi insediamenti che sposteranno il baricentro commerciale e alberghiero di una parte del capoluogo veneto.
Parliamo di interessi economici importanti, in una città come Venezia che, per una lunga fase, ha dovuto fare i conti con il ruolo e il peso del Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico dello Stato per la realizzazione del sistema Mose e, da qualche anno, convive con il “conflitto di interessi” del sindaco imprenditore Luigi Brugnaro, (ex) presidente di una grande società sportiva.
Il titolo dell’articolo di Vincenzo Vita, “Le mani sulle città: la crisi delle testate locali”, invita a fare riflessioni sulle conseguenze di questa, come di altre operazioni di compravendita di testate giornalistiche locali, già avviate oppure annunciate.
Non sappiamo se questa acquisizione andrà a buon fine, ma è giusto interrogarsi sui riflessi per l’intero sistema dell’informazione territoriale, sull’autonomia di queste testate nel medio e lungo periodo. L’informazione locale deve essere preservata per dare voce ed espressione alla pluralità delle nostre comunità e perché resti presidio di partecipazione e democrazia nei territori. Se la libertà d’impresa non è in discussione, non di meno può esserlo quella di stampa, prima di tutto intesa come libertà da conglomerati di interesse economico e imprenditoriali.
Michele Mognato. Già deputato e della segreteria nazionale di Articolo Uno